Nuovi modeli di business alla conferenza internazionale audiovisivo Ue

Creato il 24 ottobre 2014 da Digitalsat

Promuovere una discussione collaborativa tra i delegati dei 28 Paesi membri dell'Ue in materia di nuovi modelli di business nella produzione e distribuzione di opere, oltre che nella creazione di nuove regole per l'industria audiovisiva dell'Europa del futuro. È questo, come sottolinea Nicola Borrelli, direttore generale Cinema del Mibact, lo scopo della conferenza internazionale sul mercato e il regolamento audiovisivo europeo che, per una prima parte, si è svolta nella giornata di ieri. L'organizzazione da parte della direzione generale per il Cinema del Mibact, supportata dal programma Europa Creativa, ha reso possibile alla Presidenza Italiana al Consiglio dell'Unione Europea di ospitare un gran numero di esperti del settore per un dibattito circa un aggiornamento del quadro normativo europeo relativo ai servizi media audiovisivi.

È stato dato ampio spazio all'evoluzione economica e tecnologica della società occidentale - evoluzione che deve necessariamente portare a un adattamento/innovazione da parte dei modelli di business esistenti - ma si è parlato anche del ruolo dei nuovi mezzi di fruizione audio-video (es. Netflix), così come di un inevitabile e prossimo svecchiamento dei criteri di finanziamento pubblico. Nel corso della conferenza sono intervenuti alcuni tra i più importanti studiosi del settore, il cui contributo è servito ad avvicinare il pubblico all'argomento in questione. I partecipanti alla prima sessione della tavola rotonda si sono soffermati in particolare sui nuovi modelli di business all'interno di un mercato audiovisivo in continua evoluzione. L'analisi si è concentrata sulle modalità in cui il processo di digitalizzazione e la convergenza di un numero sempre maggiore di piattaforme di distribuzione stanno attualmente fornendo un nuovo quadro normativo per lo sviluppo di nuovi modelli di business.

Il co-fondatore di Sampomedia e Presidente di Ffilm Cymru Wales, Michael Gubbins, ha portato ad esempio il gioco del calcio, uno sport seguito in tutto il mondo da centinaia di milioni di spettatori. Si tratta in questo caso di un business trans-media (infatti, il numero di canali cui è possibile accedere per assistere a un incontro è davvero enorme). Ciò avviene perché la strategia d'azione del calcio si basa sulla domanda, che è poi una domanda elevatissima. Al contrario, ha affermato Gubbins, il cinema è molto indietro per una serie di motivi, tra cui ad esempio la varietà dei generi, che spesso e volentieri comporta una risposta insoddisfacente alla domanda del pubblico.

Al gruppo di discussione sono intervenuti tra gli altri Maria Ferreras, Direttore Alleanze Strategiche di YouTube per il Sud Europa, e David Wheeldon, Direttore degli Affari Pubblici di BSkyB. Entrambi hanno evidenziato il valore delle piattaforme che rappresentano. Nel caso di YouTube (2005) si è parlato di un nuovo mezzo di fruizione audiovisiva che a oggi conta più di un miliardo di utenti; chiunque può comunicare con il resto del mondo e questo è l'aspetto più importante. Inoltre è possibile assistere, ad esempio, a concerti live, il che indica come questa piattaforma funzioni anche da filtro tra diversi settori. BSkyB, uno dei maggiori operatori di pay tv al mondo, vive sulla continua ricerca di nuove nicchie di domanda, come spiega Wheeldon. Sky Go e Sky On Demand permettono all'utente la visione dei canali Sky attraverso Pc, tablet e smartphones senza costi aggiuntivi all'abbonamento. Tali servizi hanno contribuito a soddisfare la domanda dell'audience. Non a caso, si tratta di nuovi modelli di business in continua crescita. 
Nel pomeriggio ha avuto luogo la seconda sessione della tavola rotonda.

Stavolta le attenzioni erano rivolte principalmente al supporto pubblico e al quadro di regolamentazione europea in atto. Inizialmente, i membri del comitato hanno ipotizzato un adattamento del sostegno pubblico in base alle nuove forme di mercato, evidenziando la questione di complementarità tra le politiche di sostegno dell'Unione Europea e quelle nazionali. Considerando che tra gli obiettivi dell'Unione Europea c'è quello di raggiungere un pubblico più ampio per quanto riguarda i prodotti audiovisivi continentali, la squilibrata politica di sostegno nazionale tra produzione e sviluppo-promozione-distribuzione è stato tra gli argomenti più dibattuti della giornata

. Inoltre, si è tentato di ridelineare i quadri normativi sovranazionali in relazione con i nuovi modelli di business e con l'impatto economico dei nuovi operatori presenti nel mercato. Il segretario generale di CineRegio a.i.s.b.l., Charlotte Appelgren, si è poi soffermato sulle opportunità di finanziamento di un prodotto audiovisivo europeo, convinto che la crisi delle sale cinematografiche sia da ricercarsi nelle molteplicità dei mezzi di fruizione audiovisiva: «I consumatori consumano; a loro non interessa la piattaforma tramite cui usufruiscono del servizio», ha detto. Dalla sua esposizione è emersa infatti una chiara necessità di ridisegnare coraggiosamente il sistema senza necessariamente sminuire i cosiddetti 'over the top' (es. Hollywood), ma anzi valorizzando tutti i canali. L'obiettivo finale, come ha concluso Lorena Boix Alonso, che è membro della Commissione europea ed è a capo dell'Unità Converging Media and Content presso la Direzione Generale Connect, è la semplificazione del sistema dove possibile. L'esito finale della Conferenza sarà riportato in un documento da sottoporre all'attenzione del Council of Education, Youth, Culture and Sport Minister of the European Union (EYCS) il prossimo 24 novembre a Bruxelles. Documento che mira ad aggiornare le aree ritenute più critiche e a rinnovare le normative vigenti.


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