Magazine Politica

Nuovi orizzonti geo - politici

Creato il 26 marzo 2013 da Webnewsman @lenews1

Nuovi orizzonti geo - politici

Scritto da Cristian

L’era che stiamo vivendo è contraddistinta da molte ambiguità e notevoli elementi di novità.

Il divario, di misura planetaria, tra ricchi e poveri diviene sempre più marcato e le politiche inique non fanno altro che accrescere ed alimentarne la consistenza.

In diverse occasioni si parla di nuovo corso, che poi così nuovo in realtà non è, delle oligarchie finanziarie e di quelle bancarie in grado, da sole, di gestire e condurre le politiche delle nazioni.

Nel mondo, attualmente, esistono tre grandi imperi, la Cina, gli Usa e l’Europa. La stessa Europa,  a cui l’Italia ha dato un contributo decisivo, non solo in termini economici, per la sua costituzione.

Tuttavia, quell’elemento fondativo che dovrebbe caratterizzare le politiche liberal – democratiche di un paese, l’equità rapportata ed applicata a tutti i settori e a tutte le classi della vita, sembra sfumata, o in alcuni casi assente, dalle agende politiche.

Non sfuggirà come, all’indomani della crisi bancaria americana del 2008, furono salvate dal fallimento e nazionalizzate due finanziarie, Fannie Mae e Freddie Mac attraverso una copertura complessiva di 5.000 miliardi.

I dati danno il senso della grandezza delle operazioni di cui si sta parlando tacendosi, invece, come somme meno ingenti non siano state impiegate per il salvataggio di stati il cui indebitamento pubblico era ed è fortemente compromesso.

Appare chiaro, quindi, che il nuovo corso mondiale della politica e della economia presenti aspetti del tutto nuovi ed in grado di incidere irreversibilmente sulle vite degli individui.

Ciò che appare meno logico, tuttavia, è come l’economia sia il presupposto legittimante l’ordine delle priorità per la politica, e non il contrario.

In questo quadro si calano due avvenimenti cruciali per gli scenari americani ed italiani: le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti e le elezioni politiche per l’Italia che determineranno la nuova formazione parlamentare e l’esecutivo politico subentrante al governo Monti.

In America la scelta del presidente, vale a dire la possibile riconferma di Obama o l’investitura del repubblicano Romney, si carica di un significato ideologico decisivo: se la narrazione dell’uomo afro americano arrivato alla Casa Bianca per tutelare le classi meno agiate e gli indifesi verrà ritenuta conclusa e fallita dagli americani, il progetto in cinque punti di Romney, energia, istruzione, commercio, tasse ed investimenti, prevarrà.

Ma considerata la pressante situazione economica degli Usa ed un deficit in perenne segno negativo ormai da tre decenni, appare ragionevole pensare che la “partita” a due tra i candidati si giocherà sul terreno delle riforme economiche e di come le scelte che verranno adottate in questa direzione segneranno il passo anche del trend europeo.

Qualcuno non sarà rimasto stupito nel vedere come il linguaggio del glamour politico italiano sia rimasto il medesimo della fase antecedente l’insediamento del governo Monti.

Frasi gridate, altisonanti ed echeggianti lo scontro.

Probabilmente non si è capito che un certo tipo di politica, urlata e non narrata e spiegata, non ha più corso da quando gli elettori italiani chiedono risposte immediate ai problemi più urgenti.

Al medesimo modo, le soluzioni da adottare nel campo economico non possono essere dettate nè da residui di pulsioni secessioniste – mantenere il Nord d’Italia nella zona euro – od invocare l’uscita dalla moneta unica senza una linea di coerenza logica e consequenziale rispetto alle dinamiche presentate.

La maturità degli elettori ed il livello di informazione dovrebbero scoraggiare la presentazione di semplici slogan propagandistici poiché i temi del presente storico, salute, ambiente, occupazione e disoccupazione giovanile impongono una serietà ed una larghezza di orizzonti quale mai l’urgenza del momento ha richiamato.

Le logiche capitaliste che hanno governato le politiche degli interessi e dei profitti configgono con la salute, la conservazione del posto di lavoro e la tutela dell’ambiente.

Eric Hobsbawn, storico comunista inglese, aveva parlato del ‘900 come del secolo breve indicando che alla catastrofe determinata dai due conflitti mondiali, era seguito, dagli anni ’50 del secolo trascorso agli anni ’70 un periodo di crescita economica e di trasformazione sociale.

La periodizzazione proposta dallo storico è decisamente illuminante sorprendentemente attuale: perché ad un periodo di profondi cambiamenti sociali nel segno dei diritti e dell’interventismo statale a tutela dei medesimi è seguita una fase di disgregamento.

Qui si individua il primo punto elettorale da cui partire per ricostruire l’Italia e l’Europa.

 

Cristian Curella

 

 

Altre Informazioni


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :