Vi è piaciuto il film Room? E attenti perché, se rispondete di no, sappiate che siete delle brutte persone. Altra domanda: vi piacciono le persone rapite? O meglio, vi piacciono le storie sulle persone rapite? Ecco allora che ho non una, bensì due serie tv che possono fare al caso vostro: la britannica Thirteen e la statunitense The Family. Hey, un momento! Nessuna serie sui rapimenti in arrivo dalla Sardegna? O dalla Libia? Sul serio?
Thirteen
C'è una cosa che adoro delle serie tv. Il fatto che sono imprevedibili, in costante mutamento. Un film quando finisce, è finito. È vero che ci sono pellicole che anche dopo la visione continuano a frullare nella mente, mentre altre che lì per lì sono pure esaltanti poi cadono presto nel dimenticatoio. Ed è vero anche che ormai con la “serializzazione” del cinema, ci sono pellicole che continuano con sequel, prequel, remake, reboot o magari si trasformano addirittura in saghe. Quando un film finisce però, è finito e basta. Le serie tv invece cambiano pelle a ogni stagione, si veda ad esempio Les Revenants, passato dalla meraviglia della prima alla noia totale della seconda. O si pensi a True Detective che, in maniera analoga, è sceso da una season 1 fenomenale a una 2 non priva di motivi di interesse, ma ricca di difetti. Per non parlare di Dexter, una delle serie tv più discontinue che mi sia mai capitato di seguire, capace di passare da momenti splendidi a lampi di trash inverosimile. E per fortuna ci sono anche serie che migliorano col tempo, come The Leftovers, Halt and Catch Fire o American Crime. Le serie tv a volte cambiano pure a ogni episodio. Seguire un telefilm è insomma entusiasmante quanto seguire un campionato di calcio senza sapere già che alla fine vincerà la Juve. Ogni settimana tutto può essere stravolto. È quanto capitato con i primi due episodi di Thirteen e di The Family.
La miniserie britannica della BBC Thirteen parte con una puntata pilota interessante, ma non travolgente. L'impressione iniziale è quella di trovarsi di fronte a una versione tv del film Room. La trama è simile. Una ragazza di 26 anni rapita quando ne aveva appena 13 riesce a scappare dopo una lunga prigionia dal suo aguzzino e ritorna in famiglia. A interpretarla c'è Jodie Comer, che chi ha visto My Mad Fat Diary ricorderà come l'amica fighetta della protagonista qui in versione parecchio meno fighetta, però il suo sguardo da zombie non convince: va bene che una che è stata imprigionata in uno scantinato per 13 anni non può essere tanto sveglia, solo che così è troppo.
"Avrei proprio bisogno di uno shampoo..."
"...e pure di un personal stylist."
A mancare rispetto a Room, comunque, è un elemento fondamentale: lo sguardo fanciullesco del figlio della protagonista. Dopo il primo episodio Thirteen sembra quindi un Room in tono minore e senza il bambino.
Seconda puntata e cambia tutto. Thirteen cresce e diventa una bomba. La vicenda thriller si fa tesa e inquietante. Vengono introdotti dei risvolti sentimentali non banali e anzi parecchio emozionanti. Cresce parecchio il personaggio di Tim, il fidanzatino 13enne della protagonista che ora è un giovane uomo cresciuto e sposato, che però guarda con nostalgia al passato, quasi affrontasse una (molto) precoce crisi di mezza età.
Cresce anche la colonna sonora, con lo splendido uso di "Simple Song" dei The Shins, la band preferita da Zach Braff ne La mia vita a Garden State.
E cresce soprattutto la protagonista, una Jodie Comer che non si trasforma improvvisamente in Brie Larson, ma riesce comunque a dare al suo personaggio un sacco di sfumature. Non 50, ma abbastanza.
Difficile prevedere come Thirteen andrà avanti, se continuerà a stupire e a crescere ancora, in una maniera analoga a quanto fatto da un'altra serie britannica recente come Broadchurch durante la sua prima stagione, oppure se si stabilizzerà, oppure ancora se si appiattirà. Credo in ogni caso che varrà la pena seguirla, anche perché tanto sono 5 puntate appena. Io fossi in voi farei come un rapitore attento e non me lascerei sfuggire un solo secondo. (voto 7,5/10)
The Family
The Family presenta una storia molto simile a quella di Thirteen, ma il suo andamento è in pratica opposto. L'episodio pilota è dinamite pura. A differenza delle serie made in Britain le serie a stelle e strisce in generale, e quelle di ABC in particolare, lo fanno spesso: partono a mille e poi, almeno in alcuni casi, si sgonfiano in maniera altrettanto rapida. Il pilot di The Family contiene al suo interno tutto quello che una buona prima puntata deve avere per tenere incollati gli spettatori allo schermo e far venir loro voglia di proseguire nella visione con un altro episodio, con un'altra stagione, volendo con un'altra decina di stagioni. The Family è un family drama, e dal titolo forse ci potevate arrivare da soli, e allo stesso tempo è anche un thriller appassionante, e dentro ha pure una piccola componente politica, con una campagna elettorale che ora come ora è più che mai argomento attuale e immancabile, si vedano pure House of Cards e persino Pretty Little Liars!
La differenza rispetto a Thirteen e anche a Room è che qui non c'è una giovane donna tornata libera dopo un rapimento, bensì un ragazzino di 18 anni che era stato preso quando ne aveva 8. Certo, rispetto ai due titoli citati lo stile qui è molto più patinato e ci sono degli elementi soap tipici delle serie ABC, che d'altra parte si amano e si odiano pure per questo. Sebbene non sia una serie di Shonda Rhimes come Grey's Anatomy o Scandal, sembra di stare dentro una Room in compagnia di Shonda Rhimes. Tutti gli elementi sono messi al posto giusto. Ci sono personaggi di tutte le età in cui ogni tipo di spettatore può riconoscersi. C'è un po' di How to Get Away with Murder e un po' di Finding Carter. Un po' di Broadchurch, un po' di The Missing e un po' di Secrets and Lies. È giusto un episodio pilota da 40 minuti, ma fa l'impressione di essersi sparati in vena 10 serie differenti in una botta sola.
"Figlio mio, che sguardo vispo! Ma sei stato solo rapito, o ti hanno anche lobotomizzato?"
Con la seconda puntata le impressioni restano simili, ma in negativo. Tutti i numerosi elementi che nel pilota venivano frullati insieme creando un mix esplosivo, con l'episodio numero 2 sembrano invece essere messi insieme a caso e la serie tv pare temporeggiare, alla ricerca di una sua identità. Lasciando con l'impressione di un prodotto che, dopo aver messo il NOS nel rettilineo iniziale, abbia adesso già il motore sboffato e sembri voler rallentare il più possibile la sua corsa, centellinando i suoi spunti e le sue idee al massimo, in modo da poter allungare la brodaglia per più puntate possibili. Così come per Thirteen, difficile a questo punto prevedere come la serie continuerà la sua corsa. Se riuscirà a fare un nuovo pieno, o se è già rimasta a secco di benzina e pure di dollari per metterne di nuova. L'unico modo per scoprirlo è continuare il viaggio. Anche a costo di farlo a piedi. (voto 6,5/10)