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Nuovo Isee 2016, aumento tasse universitarie con le novità del calcolo: importi alti e pochi esoneri

Creato il 08 marzo 2016 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

Sono disponibili i primi dati sulle tasse universitarie di quest’anno: rispetto allo scorso anno accademico la contribuzione degli atenei, grazie anche al nuovo Isee 2016, risulta praticamente ovunque in aumento e questo conferma l’Italia in cima alla poco gratificante graduatoria dei Paesi europei con le tasse universitarie più alte.

Gli aumenti delle tasse universitarie in Italia: sono le più alte d’Europa

I numeri riescono ad esprimere meglio la notizia: Aberto Campailla di LINK Coordinamento Universitario ha spiegato che all’Università di Pisa l’importo complessivo della contribuzione studentesca (che ammonta a 53 milioni) è salita di 8,4 milioni rispetto a quanto indicato nel bilancio previsionale; parliamo di un aumento delle tasse pari al 18,8%. Anche a Padova sono stati registrati numeri record, con la contribuzione che, in termini assoluti, è cresciuta di 6 milioni. Dati in salita anche per Milano Bicocca: nel 2014/2015 l’ammontare dei contributi era di 35,5 milioni di euro, mentre per il 2015/2016 l’importo totale previsto è di 38 milioni. E l’aumento poteva anche essere maggiore dei due milioni e mezzo: fortunatamente l’Ateneo milanese ha attuato una riforma della tassazione in senso progressivo, limitando l’aumento delle tasse universitarie, che sarebbe potute arrivare a toccare il 10%.

Tasse molto alte e bassissime percentuali di studenti esonerati dal loro pagamento: lo scenario è completato dai dati di Eurydice. In Italia solo il 12% degli studenti è esonerato dal pagamento delle tasse universitarie; il confronto con gli altri Paesi è incredibile: in Spagna la statistica sale al 28%, in Francia al 35% e in Croazia addirittura al 40%. Per quanto riguarda gli importi, la tassazione media in Italia ammonta a 1.200 euro: quasi il doppio di quello che pagano gli studenti belgi (la quota massima oscilla tra i 600 e gli 890 euro), mentre il confronto con la Germania, dove la contribuzione media è di soli 50 euro, non è neanche proponibile.

Le proposte: tassazione progressiva ed esoneri fino a 28.000 euro di Isee

I dati possono essere definiti drammatici, ma la politica sembra non essere interessata all’argomento, nonostante siano già state presentate ben due proposte di legge per la riforma della tassazione universitaria; Campailla ritiene invece che il tema sia decisamente importante e per questo deve essere riportato al centro del dibattito. Per fare questo è stata lanciata “Don’t tax me now!”, una proposta sulla contribuzione studentesca che prevede un allargamento della No Tax Area fino a 28.000 euro di reddito Isee. In questo modo ci sarebbe l’esonero dalle tasse universitarie per circa 600.000 studenti (ovvero il 39% del totale). In più viene proposta una tassazione progressiva e un livello di tassazione massima agli atenei stabilito a livello nazionale. Con “Don’t tax me now!” viene richiesto anche che la tassazione non sia collegata alla carriera universitaria e che venga garantita più attenzione agli studenti disabili e agli studenti stranieri che vivono in difficoltà economica.


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