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Nuovo Varese? Sì, con i tifosi in società

Creato il 26 febbraio 2015 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Nuovo Varese? Sì, con i tifosi in società
Per evitare di ritrovarsi buchi milionari e brutte sorprese basta fare entrare la gente nel Cda del club. A Modena l’hanno fatto. La via è questa: riunire i cuori biancorossi in cooperativa e rilevare un 3-5%
Restituire il Varese 1910 ai varesini? Non è un’utopia. Esiste un sistema per far partecipare direttamente i tifosi alla gestione del club.
I veri padroni al loro postoSì, proprio loro, i tifosi: quelli che vivono per la loro squadra del cuore (facendo mille sacrifici per pagare biglietti, abbonamenti e trasferte) ma che quasi sempre non possono far nulla per avere informazioni precise e dettagliate sui bilanci, le strategie e le condizioni economiche del club che seguono con tanta passione. Perché è inutile sbandierare un presunto amore per i propri sostenitori, se poi li si tiene all’oscuro sulla situazione finanziaria, perfino quando questa prelude drammaticamente a un fallimento o a qualcosa di molto simile.
Eppure, dicevamo, esiste un modo per permettere anche ai tifosi (perlomeno a una rappresentanza di tutti loro) di esercitare una forma di controllo, e perfino di partecipazione diretta ai processi decisionali del club. Questo potrebbe accadere anche a Varese. 
Non parliamo, intendiamoci, di un vero e proprio azionariato popolare in grande stile, come quello che sorregge e controlla superpotenze del calcio mondiale come Barcellona o Real Madrid. No. Quello che potrebbe succedere a Varese (purché lo si voglia davvero) è la creazione di una cooperativa di tifosi, che entrerebbe a pieno titolo (seppure con una quota minoritaria, poniamo del 3% o 5%) nella proprietà del club. La cooperativa potrebbe esprimere un proprio rappresentante nel Cda, in modo che anche i tifosi possano esercitare il controllo su tutti gli aspetti della gestione societaria (situazione economico-finanziaria compresa) senza interferire tuttavia sulle questioni tecniche (giocatori, allenatore, staff). Questione di trasparenza, ma non solo.
L’1% dei Canarini è del popoloLa presenza di un’associazione di tifosi all’interno della compagine societaria costituirebbe senz’altro un deterrente nel caso in cui un proprietario senza scrupoli (ovviamente non è il caso di Laurenza, ma purtroppo nel mondo del pallone gli esempi fioccano copiosi) volesse usare la società come mero strumento di arricchimento personale (più o meno lecito) mettendo in secondo piano (quando va bene) gli interessi del club e dei tifosi che lo sostengono. Esistono già molti esempi, in Italia e soprattutto nel resto d’Europa, di cosiddetti “Supporters’ trust”, le cooperative di tifosi che, nascendo dal basso, danno vita a un soggetto giuridicamente riconosciuto che si pone l’obiettivo di acquistare quote societarie. Per rimanere nel nostro paese, e proprio in serie B, il 12 luglio 2011 la Cooperativa Modena Sport Club (associazione formata da 200 tifosi dei canarini) ha acquisito l’1% del Modena FC. Una percentuale minima, certo, ma che comunque permette ai sostenitori gialloblù di far parte ufficialmente della compagine societaria, con tutti i diritti e i doveri che ne conseguono.
Supporters’ trustAltre significative esperienze di supporters’ trust sono fiorite negli scorsi anni tra i tifosi di Sambenedettese, Taranto, Arezzo, Piacenza e diverse altre società. Se il sogno di un club interamente gestito da tifosi resta al momento utopistico (almeno in Italia), l’idea di creare una cooperativa in grado di acquistare quote, seppure di minoranza, è qualcosa di molto più concreto e fattibile. Anche a Varese.
da: laprovinciadivarese.it

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