Ero incredulo ieri sera quando la curiosità mi ha spinto a verificare (non ci speravo, in realtà) se il nuovo numero di Wired fosse stato caricato in anteprima online per gli abbonati. L'uscita in edicola del numero di Agosto 2011 era stata annunciata per il 2 agosto. Ma tant'è. Il numero era stato caricato.
La prima cosa che ho fatto è leggere il nuovo editoriale, il manifesto di Carlo Antonelli, che ha abbandonato l'azzeccatissimo titolo "Login" per adottare un più comune "Inside".
Ecco alcuni passaggi - per me - significativi.
Vita. La tecnologia sta sotto. La vita sopra tutti. Di questo si è occupato, si occupa e si occuperà Wired.Mi sembra chiaro, quindi, che la tecnologia non sarà più la cifra di questo giornale.
Si, ha detto proprio menate.
Nativi digitali, ci chiamano.Gli "altri" hanno coniato questo termine (sul quale Wired - in "vecchio" Wired - ha fondato un'intera campagna generazionale)
Ma per noi questo è il mondo e basta, l'abbiamo conosciuto solo così. Non è il caso di parlare più con enfasi di tecnologia semplicemente perchè è diventata per noi corpo e sangue, tanto che non ci accorgiamo più di averla addosso.
Ergo, basta tecnologia. La tecnologia non deve più affascinarci. E' scontata. Sarà anche superata? Sarebbe un paradosso. Eppure, signori. Ecco il nuovo Wired. Parla di vita. Di presente. Scordiamoci quegli articoli e quelle foto che ci facevano guardare al futuro con gli occhi meravigliati di un bambino, con la speranza di una vita migliore. Ma anche con la spinta ad agire, a mettersi in pista. Perchè - questo ci ha insegnato Wired - ognuno è artefice del proprio futuro.
Ecco. Il Futuro.
NOTA DELL'AUTORE. Non ho voluto pubblicare questo post prima dell'uscita della rivista in edicola. Non volevo rovinarvi la sorpresa. O forse sono stato troppo prudente.