Magazine Cinema
Koza (1995) - cortometraggio
Kasaba (1997)
Nuvole di maggio (Mayis sikintisi) (1999)
Uzak (2002)
Il piacere e l'amore (Iklimler) (2006)
Le tre scimmie (Uc Maymun) (2008)
C'era una volta in Anatolia (Bir zamanlar Anadolu'da) (2011)
Winter Sleep (Kış Uykusu) (2014) - 3/5
Ceylan (1959), turco, si divide tra l'attività di fotografo e quella di regista.
-Winter Sleep
Turchia/Germania/Francia - commedia/drammatico - 196min.
Aydin è un ex attore teatrale che ha ereditato varie proprietà nel paese di Girap, in Cappadocia; gestisce un hotel con la moglie, molto più giovane di lui, la sorella che ha recentemente divorziato, ed un fido aiutante, mentre raccoglie le idee per iniziare a scrivere un libro sulla storia del teatro turco. L'isolamento invernale, con pochi clienti e molte magagne per affittuari che non pagano, acuiscono i conflitti famigliari.
E' singolare che il film, Palma d'oro a Cannes 2014, finisca in modo analogo a La grande bellezza: pur essendo film radicalmente diversi arrivano alla stessa azione finale; entrambi i protagonisti trascorrono i rispettivi film ad osservare ciò che accade attorno a loro rimanendo abbastanza passivi, per poi arrivare ad una precaria conciliazione con sè stessi ed il mondo. Se il percorso di Jep attraversa la società quello di Aydin riguarda invece la famiglia: un luogo sempre più problematico per il cinema, basti pensare alla "nouvelle vague" greca da Dogtooth a Miss Violence. Non che in questo film ci siano concessioni alla violenza grafica, anzi: si tratta in effetti di un kammerspiel che immagino insostenibile per molti spettatori, tre ore e un quarto di dialoghi fittissimi, piccole discussioni che crescono fino all'esasperazione, chiacchiere attorno ad un tavolo che nascondono più di quanto lascino trapelare inizialmente, la presenza di rari clienti che Aydin pare invidiare per la libertà che hanno di andarsene da quel posto a cui lui è invece ancorato e che forse detesta, tra la sorella indolente e la moglie insoddisfatta. Un film costruito sull'inazione, sulla recitazione naturalistica di un formidabile cast, sui silenzi dei paesaggi ieratici e desolati che circondano le poche famiglie che abitano il villaggio, un setting che richiama alla mente Oltre le colline di Cristian Mungiu.
Un film di attori e di sceneggiatura che incuriosisce, coinvolge, un po' diverte e alla fine, che sembra non arrivare mai, esaurisce.
Voto: 3/5
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