Crediti: NASA/JPL-Caltech
Ha da poco spento la candelina del suo primo anno in orbita e NuSTAR ci regala già delle immagini uniche dell’Universo a raggi X ad alta energia, realizzate poco dopo il lancio, da luglio ad agosto del 2012.
I dati del satellite della NASA, che monitora costantemente i fenomeni più turbolenti ed energetici dell’ Universo, come i buchi neri, tra cui alcuni anche molto lontani dalla Terra, che sono anche quelli più luminosi e potenti, in termini di radiazioni e di consumo del gas circostante. Uno dei tanti tipi analizzati è il blazar: si tratta di un buco nero attivo e super massiccio in cui getti di materia e radiazione vengono espulsi a grande velocità da zone molte vicine al buco nero centrale in direzione della Terra.
Gli astronomi possono utilizzare questi dati per comprendere al meglio le svariate possibilità di utilizzo di NuSTAR e progettare future osservazioni. “La prima opportunità ci sarà questo autunno, quando il satellite si unirà all’XMM-Newton”, ha detto Karl Forster dell’Istituto Caltech, in California. Il telescopio a raggi X dell’ESA XMM-Newton, come anche Chandra della NASA, sono di aiuto perb l’attività di NuSTAR, perché, mentre i primi due osservano oggetti con raggi X a bassa energia, NuSTAR è il primo telescopio capace di catturare la luce a raggi x ad alta energia, permettendo di realizzare immagini molto più dettagliate rispetto al passato.
I ricercatori saranno in grado di comparare i diversi dati grazie all’HEASARC (High Energy Astrophysics Science Archive Research Center), un importante archivio di dati della NASA per le ricerche a raggi X ad alta energia. In questo archivio sono presenti anche tutti i dati raccolti da Chandra, Fermi, Swift, Cosmic Background Explorer (COBE), Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP) e molte altre.
NuSTAR è il frutto del lavoro di molti partner tra cui l’Italia con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’INAF e sarà il primo telescopio spaziale che creerà immagini di sorgenti di raggi X alle più alte energie.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni