Nuvole

Le ho chiesto se abbiamo Dieci piccoli indiani, mi ha risposto di sì, ha tirato fuori dalla libreria un enorme tomo di un colore verdeazzurro che mi ha ricordato uno strano cielo scozzese che ho visto diciotto anni fa, il tomo si intitola I capolavori di Agatha Christie e ci sono dentro quattro romanzi, tra cui Dieci piccoli indiani, poi mi ha detto: “È un classico delle scuole di scrittura creativa”, l’ho messo lì su uno scaffale della libreria, sullo scaffale in cui metto i libri che mi devo ricordare di leggere, su quello scaffale ci sono già un mucchio di libri, se non ci fosse quello scaffale mi dimenticherei che sono proprio quelli i prossimi libri che voglio leggere.

La sera abbiamo visto Room 237, un documentario sulle simbologie nascoste dietro Shining di Stanley Kubrick, dove c’erano un mucchio di critici e giornalisti che a loro dire hanno fatto delle scoperte dopo aver analizzato il film fotogramma per fotogramma, uno di questi, il migliore, ha detto che nei titoli di testa, quando il nome di Kubrick esce dalla parte superiore dello schermo, nel cielo fitto di nuvole si vede la faccia di Kubrick, cioè la faccia di Kubrick è come se fosse disegnata dalle nuvole, al che ho spento la televisione e me ne sono andato a dormire.

La domenica mattina ho comprato dei vestiti per mio figlio, sono andato in un negozio e ho comprato due paia di pantaloni, due magliette, un maglione e un pupazzo rosso che mi ricorda il Muppet Show, alla fila per la cassa c’era una donna con una carrozzina con dentro una bambina piccolissima, la donna quando è stato il suo turno ha posato alla cassa una nuvola gigantesca di vestitini, i vestitini erano così tanti che la cassiera per togliere l’antitaccheggio e imbustare ci ha messo un quarto d’ora, e quando ha presentato il conto alla donna ha detto: “Sono seicentododici euro e sessanta”, un tipo in fila dietro di me ha commentato: “Già che c’era, le ha comprato pure il vestito da sposa”.