I prezzi dell'oro hanno segnato un'altra battuta d'arresto e, anche se durante la settimana hanno mostrato qualche segnale di miglioramento, siamo ancora lontani dal poter pensare ad una svolta.
Un dollaro forte e i timori di un aumento dei tassi di interesse hanno trascinato l'oro verso il basso, sostenuto soltanto dalle tensioni ad Hong Kong e dalle preoccupazioni per la diffusione del virus Ebola.
Attualmente i prezzi sono arrivati a 1.207 dollari all'oncia, ma hanno toccato anche i 1.205 dollari, pericolosamente vicino al livello psicologicamente importante di 1.200 dollari per oncia.
Le proteste pro-democrazia che si stanno svolgendo ad Hong Kong hanno giocato favorevolmente per l'oro, che è visto come un investimento rifugio. Stessa considerazione per l'arrivo del primo caso di Ebola nel Stati Uniti.
Alcuni analisti sono positivi sul metallo giallo, almeno nel breve termine. Secondo INTL FCStone la probabilità di una flessione dei mercati azionari darebbe una spinta alle quotazioni dell'oro.
Tuttavia val la pena di ricordare che, nel corso del mese di settembre, l'oro ha registrato una perdita del 5,9%, la peggior performance dal giugno 2013.
All'opposto il dollaro americano ha continuato la sua ascesa inarrestabile e, secondo la maggior parte degli analisti, potrebbe continuare il rally per mesi, o addirittura per anni.
Secondo un analista di ING la corsa del dollaro potrebbe continuare almeno per altri due anni. Uno scenario disastroso per l'oro.
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