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NYMPH()MANIAC vol. 2

Creato il 20 aprile 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

cin_-_Nymphomaniac-Volume-II-PosterScricchiola, ma regge alla distanza il trattato psicologico di Von Trier

Il cerchio si chiude. Più esplicito, straziante e oscuro, Nymph()maniac vol.2 ostenta un ritmo altalenante e racchiude il senso di 4 ore di pellicola negli ultimi dieci minuti, per poi contraddirsi.

Accasata con Jerome, Joe continua a raccontare la sua vita a Seligman. La pellicola si apre sulla sua carenza di appagamento sessuale, che porterà la protagonista a ricorrere a estremi rimedi.

Se il primo volume appariva ironico, fintamente provocatorio e profondamente espressivo, il secondo appare perverso, straziante, lancinante e nichilista. Le premesse erano tutte contenute in quell’ultima frase soffocata del volume 1: quel «non sento niente» racchiudeva tutto il declino depressivo a cui avrebbe assistito lo spettatore in Nymph()maniac vol.2. E Von Trier prosegue dritto per la sua strada, riducendo le variazioni (o digressioni di Seligman) e continuando a snocciolare quel sermone psicologico e personalmente introspettivo, che trova espressione nelle parole dei due protagonisti.

Pellicola che si assapora più lentamente e che vive di momenti di stanca più frequentemente, Nymph()maniac vol.2 esibisce orgasmi mistici (?), sadomasochismo, cure dalla sesso-dipendenza e omosessualità e trova il fine ultimo alla conclusione del viaggio. Sono le parole di Joe a riempire lo schermo e a consegnarci un testamento chiaro e privo di paradossi, frutto della delineazione pulita e necessaria della sua intera vita. Ma Von Trier non può lasciare lo spettatore soddisfatto e con ancora un anelito di speranza. Il regista danese rincara la dose confermando che la donna (che lo desideri o meno) è preda di questa società. E laddove costruisce e ostenta contraddizioni, ricomincia il suo discorso partendo dagli istinti animali dell’uomo: azione e reazione, colpa e castigo. Perché nonostante tutto la colpa e il risentimento di Joe vanno espiati, dapprima esibendo una consapevolezza, una sorta di catarsi positiva, quasi costruita a tavolino a favore della società moralista, successivamente infliggendole il castigo (che aveva saputo evitare grazie a una pistola inceppata), che la travolge, accompagnato da una puerile espressione: «ma hai scopato con centinaia di uomini».

Seconda parte che indugia maggiormente sul piano visivo, piuttosto che su quello tematico, Nymph()maniac vol.2 è ciò che probabilmente serviva per far sì che il progetto di Von Trier fosse compiuto (una pellicola imbevuta di una straziante depressione priva di soluzione), ma a differenza del primo episodio si nota un ritmo che fatica a sostenere l’attenzione dello spettatore, che lo accompagna ma non lo coinvolge. Lo stile di ripresa è lo stesso (dolly, zoom con focale lunga e primi piani) ma c’è sicuramente meno interesse nell’accogliere lo spettatore nella mente e nella vita di Joe. Quest’approccio distaccato fa immergere Joe in un circolo vizioso sempre più perverso, ma forse più distante dallo spettatore comune. Difatti si ha l’impressione che Nymph()maniac vol.2 si sviluppi attraverso le sensazioni, le recondite degenerazioni e che trovi libero appagamento nello spingere più a fondo la provocazione visiva e l’esibizione di ferite sulla pelle e nell’animo.

Summa che ha scricchiolato in questo secondo episodio, Nymph()maniac nella sua totalità riesce a restituire allo spettatore un’esperienza che scava all’interno della mente del regista e ne tira fuori depravazione, passioni recondite e una verosimiglianza estrema. Un film da smontare e analizzare nelle sue peculiarità, da assaporare con noncuranza e appetito, perché ogni dialogo, ogni inquadratura nasconde qualcosa: un concetto, uno stato d’animo, un pensiero che Von Trier ha scelto di celare o rivelare al pubblico. Il tutto avvolto da un’autorialità sempre vivida e mai fine a se stessa.

Uscita al cinema: 24 aprile 2014

Voto: ***


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