‘O famo strano? Era questo il motto della coattissima coppia Verdone-Gerini, che, nel film “Viaggi di nozze”, si divertiva a fare l’amore nei posti più strani.
Della serie (in auto):
Jessica: E come ‘o famo?
Ivano: ‘O famo strano!
Jessica: 180?
Ivano: 220! Te va?
Jessica: Me piace!
Se a questo punto vi aspettate un post sui posti più strani dove fare l’amore rimarrete molto delusi. Ahimé!
Ma partiamo dall’inizio.
Stamattina mi sono alzata e sono entrata in doccia. Fortuna vuole che incorporata alla mia doccia ci sia la radio, e così mi sono sintonizzata su RDS finché mi insaponavo tutta ignuda
Ad un certo punto la speaker parla di un recentissimo sondaggio che ha dichiarato che ognuno di noi passa 10 minuti al giorno a cercare qualcosa che non riesce a trovare.
E chi l’ha fatta questa ricerca?? Un uomo presumo. Perché noi donne solo a cercare il lucida labbra dalla borsa perdiamo circa mezz’ora. A volte penso che le borse abbiano al loro interno delle bocche grandi come quella del lupo di Cappuccetto rosso.
- “Borsa, ma che bocca grande che hai!”
-”Per nasconderti le cose meglioooooooooo.”
Ogni volta che cerco qualcosa infatti, non la trovo. Così passo delle ore alle 3 del mattino davanti al portone di casa con una mano inficcata dentro la borsa a cercare le chiavi, trovando oggetti che vanno dal primo dopoguerra alla mia infanzia. Ma c’è una cosa che non troverò mai: il cellulare.
E non perché me l’abbia mangiato il lupo di Cappuccetto Rosso, ma perché non ce l’ho proprio. Io lo dimentico. Dappertutto. Se Cenerentola perdeva la scarpetta…io perdo il cellulare. E vi garantisco che mai nessun principe si è scomodato per riportarmelo.
Insomma stamattina, insaponandomi in doccia, improvvisamente ho pensato ai posti più strani dove l’avevo dimenticato. Non tanto: ‘O famo strano, ma…’O dimentico strano
I posto: CLASSIFICA IRIDATA. Il vaso di fiori nel piccolo poggiolo della casetta porta attrezzi in giardino.
La scena ora la ricordo esattamente. Io arrivo a casa con la borsa dell’Università nella mano destra. Con la sinistra tengo il giornale, le chiavi di casa, i fazzoletti, un libro e il telefono. Il cane mi vede e mi corre incontro pretendendo di essere tenuto in braccio. “Amore come faccio”?
Lui: “occhioni dolci.”
Non resisto. Così, senza pensarci, appoggio il telefono in mezzo ai fiori, e il mio Nokia si posiziona lì beato come un ape vogliosa il primo giorno di primavera.
Passa un quarto d’ora e ricordo di avere avuto un cellulare, così inizio a cercarlo. Due minuti dopo, parte la scena tipica.
Io: “Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…per caso non è che hai visto il mio telefono?”
Mamma: “No, ma ho visto una che lo stava cercando”
Io: “Non fa ridere. L’hai visto?”
Mamma: “No, ma che problema c’è? Fallo squillare”
Io: “Ehm…è silensioso. Ho solo la vibrazione.
Mamma (con tono vibrante): “E mi vorresti spiegare a cosa serve un telefono senza la suoneria????????? Ma che mania è questa di voi giovani?? E se succede qualcosa??? Se devo dirti delle cose??? Come fai a rispondermi??
A questo punto sono sola, senza l’appoggio della mia famiglia. Devo ispezionare tutta la casa. La tattica è questa: entro in ogni stanza e chiudo la porta. Esigo silenzio di tomba. Ad ogni squillo libero del cordless cerco di associare una vibrazione. Quella del mio telefono.
Giro inginocchiata. Piano. Ho l’orecchio teso a tutte le trappole in cui il mio cellulare potrebbe essersi imbattuto. Peccato che non sento vibrare nulla, se non le mie ginocchia, che rimangono piegate per ore.
La spiegazione che mi piace dare è questa: il mio telefono è furbo. Ha sostanzialmente capito che non riceve molte chiamate. Di conseguenza ha dedotto che se mi sfugge lo faccio vibrare di più, per cercarlo. Deve indubbiamente essere nella fase della pubertà. Credo che la vibrazione lo ecciti. Quindi si nasconde apposta
Conscia che non è colpa mia ma degli ormoni Nokia vado a letto tranquilla.
Ormai è sera. Fuori comincia a piovere. Prima qualche goccia. Poi il diluvio. O si è costruito un’arca o è in fin di vita.
Il giorno dopo mi alzo. Papà mi chiama. Ha un cappellino osceno e una tuta da giardiniere. Ha deciso di fare manutenzione a fiori e piante.“Tieni!” – mi dice.
Ha il mio cellulare in mano.
“Dov’era papàààààààààà?”
“Chiediglielo a lui”
Oh tutti simpatici a casa mia eh?
Nokia mi guarda ma sembra non riconoscermi.
“Ma dai”- gli sussurro - “sono passate poche ore e già non mi riconosci?”
Mi guarda ma ha qualcosa di strano. Ah, ho capito. Troppa vibrazione. Il mio cellulare è diventato cieco