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O Discount o morte, un blog che fa le pulci a marche e sottomarche

Creato il 03 agosto 2014 da Webnewsman @lenews1
Pubblicato da Paolo Somà

Discount or die“, il nome non è di quelli che invoglia. Invece il sito/blog così titolato è piuttosto interessante (http://www.discountordie.org/), soprattutto di questi tempi, nei quali molte persone si rivolgono ai Discount nella speranza di spendere meno per le cibarie settimanali, rischiando però, cosi facendo, di incorrere in acquisti di prodotti di incerta natura e composizione, senza dubbio più economici, ma magari dalle caratteristiche non sempre propriamente salutari.

Il Sito, secondo le intenzioni dichiarate, nasce con uno scopo ben preciso, quello “di condividere esperienze e creare un archivio collettivo e corale su ciò che c’è di schifoso e sublime nei discount e nell’universo delle sottomarche”.
Nobile motivazione, senza dubbio, anche se di non facile realizzazione, soprattutto perché si basa su osservazioni soggettive dei vari utenti o dei singoli referenti del sito stesso, per cui il giudizio è tarato principalmente su punti di vista e gusti personali, aggiungendosi (non sempre) l’elenco dei componenti il prodotto così come appaiono sulle confezioni dello stesso.

Un esempio su tutti: nella disamina dei Bagels (linea McEnnedy) della Lidl, Valeria Brignani, autrice del sito “Discount or die”, dopo la curiosa analisi delle proprie reazioni alla presenza in dispensa del prodotto appena acquistato, limita le conclusioni alla convenienza (prezzo) e ad un “sentito dire” (bontà); sinceramente troppo poco rispetto a quanto ci si aspetterebbe, ossia anche al solo accenno degli ingredienti, alla versatilità del cibo in questione, alla presenza di conservanti o meno, al comparire di eventualii additivi e via dicendo.

Se dunque l’idea pare buona, forse necessita di un ulteriore sviluppo: una maggiore attenzione agli ingredienti, una valutazione più marcata del rapporto qualità – prezzo, pur mantenendo – qui l’autrice del Blog se la cava molto bene – quell’afflato poetico sempre presente nelle descrizione dei cibi valutati.
Sul livello metalinguistico, infatti, nulla da eccepire. La lettura delle “recensioni mangerecce da discount” risulta piacevole persino a partire dai titoli (“Elegia del Burritos o come farsi passare la Mexican Saudade con 10 franchi”, “Cremoso Land, la soia senza ideologia”, “Melanzana Imbottita Rockabilly” etc.), ma ribadiamo, per raggiungere effettivamente uno scopo utile al consumatore/acquirente, sono necessari più dati analitici che consentano una visione a tutto tondo del prodotto recensito.
Insomma, la scrittura poetica non stona, ma come è noto “con la poesia non ci si riempie la pancia” e qui, la citazione pare persino scontata.

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