“Testina, facciamo il sequel di Benvenuti al Sud, lo ambientiamo nella Gran Milan e il cash è garantito. Taaac.” Reazione del produttore nordico di Benvenuti al Sud dopo il successo del film.
“Miiinnghia, il seguito di Benvenuti al Sud lo facciamo all’estero, su in quel posto vicino al Polo Nord. Le risate son garantite, uè uè.” Reazione del produttore terr… ehm, meridionale di Benvenuti al Sud dopo il successo del film.
Tanto perché ci troviamo di fronte a un film costruito UNICAMENTE sugli stereotipi, partiamo pure noi in fase di recensione così, super stereotipati. Ma proseguiamo oltre.
"Come attore faccio pena, ma almeno mi consolo con il Milan,
che sta facendo una grande stagione. No, eh?"
"Il blog Pensieri Cannibali? E' 'na fetecchia, ecco cos'è!"
A proposito di pubblicità, o di réclame come la chiamano a Milan, più che cinema questo è uno spottone. Alle Poste Italiane, che per quanto pseudo criticate ne escono più simpatiche o comunque più umane. Sarà che sono notoriamente antipatiche, le Poste Italiane, e quindi a farle uscire meglio non ci va molto. Così come ci sono le Fiat e altri spottoni e momenti di product placement assolutamente gratuiti. Gratuiti per lo spettatore, certo non gratuiti per i produttori che con essi ci hanno finanziato la pellicola. Ma al di là dei numerosi prodotti pubblicizzati, è proprio la pellicola a ricalcare lo stile degli spot. Quando passerà in tv, la regia di questo film sarà indistinguibile da quella delle réclame che passeranno. Può darsi che apparirà persino più vecchia, degli spot, visto che prima del suo passaggio televisivo ne passerà ancora un po’, di tempo. Se visivamente e cinematograficamente la pellicola (?) adotta uno stile pubblicitario, la comicità (?) presentata è di stampo televisivo. Più precisamente, di stampo Zelig. Claudio Bisio come attore è meno credibile di L. Ron Hubbard come santone di una religione, Alessandro Siani magari farebbe anche ridere ma continuo a non capire quello che dice. E la Finocchiaro no. Semplicemente la Finocchiaro è improponibile. Il peggio è quando fa la vecchina milanese, in una serie di sketch che sarebbero indigesti già se proposti all’interno di uno show di cabaret, figuriamoci dentro a un film. O presunto tale."Cannibal, sei licenziato!"
L’unica trovata di Benvenuti al Nord è dunque quella di prendere il primo capitolo e “tradurlo” in salsa milanese. Questa volta è Siani che viene su nella capitale lumbarda e deve cercare di adattarsi agli infernali ritmi lavorativi locali, mentre il Bisio si trova alle prese con un matrimonio in crisi e una crisi di mezza età alla American Beauty. Vabbuò, diciamo alla Italian Biuti. Per cercare di variare la formula un pochino, ma proprio un pochino pochino pochino, gli sceneggiatoroni, che si sono impegnati davvero tanto ma proprio tanto tanto tanto, hanno aggiunto anche un Paolo Rossi (no, non il calciatore, bensì il "comico") in versione megadirettore galattico delle Poste Italiane che appare come un mix letale tra Marchionne e Brunetta… sì, l’orrore fatto persona. In più una colonna sonora penosa e parecchio sanremese che ci propone Dolcenera, Amanda Lear, Davide Van Des Sfroos, musica elettronica finto ggiovane e, sui titoli di coda, un bel (?) videoclippone di Emma Marrone che vomita sulle ceneri di Nel blu dipinto di blu. Tanto per non farci mancare il markettone conclusivo e pseudo musicale."Sapete cosa? Mi sono appena ricordata di non saper suonare la chitarra...
E sapete cos'altro? Mi scappa la cacca."