Durante i miei giorni bolognesi, ero a tavola intenta a celebrare le delizie gastronomiche dell'Emilia Romagna con un glorioso piatto di prosciutto di Parma e scaglie di Parmigiano grosse come sassi il tutto innaffiato da un bicchiere del meraviglioso San Giovese di mio padre (cosa che non si trova alla Food Hall di Harrods), quando la tv ha trasmesso un servizio su Riccardo Muti che quel giorno, compiva 70 anni. E il servizio era (stranamente) accompagnato dalle immagini della prima del Nabucco al Teatro Costanzi di Roma quando il Maestro non solo ha concesso il bis del Va pensiero, ma si era rivolto alla platea difendendo l’Italia e la cultura italiana. Quella cultura ha detto, che costituisce il perno della nostra identità nazionale. Soffocata la cultura, ha continuato il Maestro, come sta accadendo oggi, l’Italia potrà davvero dirsi “patria sì bella e perduta.”
Parole sante. Che l’amor di patria si è spento (anche se sarebbe meglio dire è stato spento, estinto) è vero, anzi verissimo. E in fondo, perchè dovremmo amarlo questo paese? Che quest’Italia dominata da una classe politica al limite dell’analfabetismo (tanto a destra che a sinistra) che sa a malapena usare il congiuntivo e che ha fatto dell’ignoranza una bandiera e dove se non si è incompententi non si arriva da nessuna parte (certo non a posti di responsabilità) non ispira certo grandi slanci risorgimentali! Anzi, non ispira slanci di nessun tipo, ma solo fischi. Come quelli che negli ultimi 31 anni hanno accolto i politici che presenziavano il 2 Agosto all’anniversario della strage della stazione di Bologna (quest’anno non c’era nessuno, come l’anno passato: un modo efficace di evitare fischi e dare risposte ad una folla incazzata…). Vista da fuori mi sembra che ciò che sia venuto a mancare sia l’orgoglio nazionale, quello che invece francesi e inglese hanno in abbondanza. E chi non è orgoglioso del proprio paese diventa pigro, lascia fare agli altri. Penso alle foto in bianco e nero dei miei nonni, prima soldati, uno in Croazia l’altro in Albania, poi partigiani sulle montagne, che la Guerra l’hanno fatta davvero e hanno rischiato la pellaccia per quest’Italia che Bossi & C. vogliono uccidere e mi viene una gran tristezza. Ma qualcosa forse sta cambiando. Che quelle immagini di un’intero teatro in piedi a cantare Va pensiero, quasi urlando la frase ‘O mia patria sì bella e perduta’ non è mica cosa da poco. Che mi commuovo anch’io, e anch’io mi alzo in piedi con il bicchiere di San Giovese in mano e brindo al Maestro e all'orgoglio di appartenere ad un Paese che ha dato al mondo il Rinascimento e l'Opera e non solo Berlusconi. E ad una regione che ha dato al mondo Giuseppe Verdi, Pavarotti e la Ferrari, il Pamigiano Reggiano, il crudo di Parma e il San Giovese di Romagna e non solo Pier Ferdinando Casini.
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