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Obama, inizia la lunga marcia verso una ‘difficile’ rielezione…

Creato il 02 ottobre 2011 da Candidonews @Candidonews

Obama, inizia la lunga marcia verso una ‘difficile’ rielezione…

Siamo ad ottobre, tra 13 mesi si voterà per le elezioni Presidenziali americane. Barack Obama ha annunciato che si ricandiderà, i Repubblicani sono alle prese con la scelta del suo avversario, dilaniati tra correnti estremiste e posizioni piu moderate. I candidati piu accreditati sono, al momento, i Governatori di Texas (Perry) e New Jersey (Christie). Proviamo comunque a fare il punto della situazione sul futuro dell’attuale Leader del mondo libero.

I sondaggi odierni danno il Presidente in grande difficoltà, la popolarità vicina al 40%, statistiche alla mano, non sembra un buon viatico per una tranquilla rielezione. Lo ha riconosciuto lo stesso Obama:

«Essere riconfermato alla Casa Bianca sarà difficile, in tempi di crisi economica»

D’altronde i primi tre anni di amministrazione non sono stati ‘eccellenti‘. La disoccupazione rimane alta, le Riforme varate dal governo non sembrano avere grandi effetti, non convincono ne quella sanitaria ne quella della finanza:

Sì, la riforma finanziaria introduce vincoli alle banche, ma più di facciata che di sostanza, e le banche stanno facendo esattamente quello che facevano quattro o cinque anni fa, con solo alcuni adempimenti in più, che non garantiscono nulla.
In fondo la riforma finanziaria se la sono scritta loro, con il via libera del Tesoro e della Casa Bianca, dove gli uomini dell’alta finanza dominano la scena….

Le famiglie americane non possono aver perso circa 8 mila miliardi di dollari di capitale – fra valori immobiliari, piani pensione e altri asset finanziari – e non sentirsi dire dal loro presidente a chi in particolare devono dire «grazie».(fonte)

Dal gennaio di quest’anno poi l’inquilino della Casa Bianca non puo piu contare sul sostegno del Congresso, in parte caduto in mani repubblicane. Lo abbiamo visto nel duello sul debito avvenuto qualche mese fa e che è culminato con il declassamento delle agenzie di rating. Il primo per gli Stati Uniti.

Molti osservatori pensano che Obama abbia deluso le aspettative. Se in campagna elettorale aveva costruito l’immagine del ‘Cambiamento’, una volta arrivato nelle stanze del potere non ha compreso appieno il modo di fare politica del Congresso, questo  ha prodotto riforme ‘soft’, lontane da quelle promesse iniziali che tanto avevano infiammato i cuori degli americani. Obama si è trasformato in un ‘Presidente come tanti‘ e questo potrebbe rappresentare la sua condanna.

Il Post, un anno fa, analizzava approfondiva l’argomento:

Sapeva che i repubblicani avrebbero rallentato ogni sua nomina, ogni sua azione legislativa, ma non si è mai posto il problema di superare questo problema una volta per tutte. L’amministrazione è stata lenta nelle contromisure all’ostruzionismo e ingenua nel non saperne prevedere gli effetti. Per questo Obama ha sprecato il suo capitale politico con questa rapidità. Un esempio di quest’ingenuità è il voto sulla legge sul clima, che avrebbe introdotto un sistema di incentivi e disincentivi fiscali in relazione alle emissioni di anidride carbonica delle imprese. La legge era indigesta ai centristi, indispensabili per il suo passaggio: Obama li ha praticamente costretti a votarla, innervosendoli e inimicandoseli per i mesi a seguire. E poi la legge non è passata, affondata dall’ostruzionismo.

I repubblicani gli hanno teso delle trappole fin dal primo giorno del suo mandato, ed è stato ingenuo pensare che potessero collaborare con lui in qualsiasi modo: Obama non li conosce. È compito della presidenza persuadere le persone, compresi i propri avversari: convincerli a fare quello che loro non vorrebbero fare, se questo è il bene del paese. Davvero Obama pensava di poter fare a meno di tutti i riti e le convenzioni della politica?

Si certo, non tutto è negativo sia ben chiaro. Molte cose sono state fatte. La Riforma sanitaria, per quanto modificata rispetto al progetto originale, potrebbe rappresentare una eredità importante negli anni futuri, salvo bocciatura della Corte Suprema. L’abolizione del Don’t ask don’t tell nell’esercito, che ha sancito l’emancipazione omosessuale nelle forze armate. Per quanto riguarda la sicurezza è da segnalare l’eliminazione di Osama Bin Laden e di altri ‘nemici’ dell’America, inaugurando una nuova politica antiterrore:

Il presidente Obama ha dato un’impronta indelebile alla guerra al terrore nei passati sei mesi, ridimensionando la grande guerra che il suo predecessore aveva lanciato contro l’Iraq e l’Afghanistan, e invece ampliando una campagna segreta in molti paesi condotta con attacchi aerei di precisione che hanno un’impronta militare molto più ridotta.(fonte)

In verità la rielezione del Presidente si giocherà sul fronte economico e del lavoro. L’8 settembre Obama ha annunciato una piano sul lavoro da $447 miliardi. Ha chiesto al Congresso, repubblicano, di appoggiarlo dando a quest’ ultimo la responsabilità di un eventuale fallimento. La Casa Bianca spera cosi di abbassare il tasso di disoccupazione e di contribuire ad un rilancio dell’economia. Ad inizio settembre il 70% degli americani non approvava le scelte economiche di Obama. La conferma per il secondo mandato è tutta lì. Se nel 2012 l’economia darà segnali di ripresa e la disoccupazione inizierà a scendere il Presidente potrà avviarsi con piu fiducia verso le elezioni. In caso contrario potrà salvarsi solo grazie ad un eventuale ‘suicidio’ dei Repubblicani.


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