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Obama – rommey

Creato il 13 settembre 2012 da Speradisole

OBAMA – ROMMEYOBAMA – ROMMEY

Nei giorni scorsi ho seguito in tv le “Convention” americane: repubblicana (destra) e democratica (sinistra).

Chiarissimi sono i programmi e chiarissima è la persona che li dovrà portare avanti. In quel paese non si fanno alleanze, più o meno strane, non si fanno inciuci, o grandi alleanze, né prima né dopo le elezioni. L’elettore sceglie il programma e la persona. Punto.

Votare repubblicano (Rommey) significa schierarsi dalla parte di chi ha di più e ha paura che la crisi possa intaccare le sue posizioni di rendita. Votare democratico (Obama) significa spingere per una politica che ha al centro il riscatto dei più deboli, di donne e giovani che premono per entrare nel mercato del lavoro e di operai che temono di perderlo.

È meno bello, credo, che la campagna elettorale sia sostenuta con contributi privati. Ed è ovvio che chi può spendere sono i ricchi e quindi Rommey ha raccolto almeno tre volte la somma che ha raccolto Obama. Ciò potrebbe significare una politica schiacciata sugli interessi dei ricchi sostenitori, ma del resto Rommey è stato chiaro: ai ricchi abbasserà le tasse e cancellerà la riforma sanitaria di Obama, riconsegnando in mano alle ricche assicurazioni la salute degli americani.

Avere una grande disponibilità economica per chiamare al voto gli indifferenti, può fare la differenza, dato che in quel paese votano poche persone rispetto agli aventi diritto. Insomma anche in America è possibile comprare voti. E la gara in questo modo si fa durissima.

Tuttavia ammiro ancora una volta la chiarezza dei programmi e la scelta delle persone. Sapere prima di andare a votare chi si sceglie e per che cosa è importante. Gli intrallazzi e le grandi coalizioni non mi piacciono. Anche noi dovremmo avere il coraggio di essere chiari nei programmi e gli elettori meriterebbero di conoscere chi li governerà, prima di andare a mettere la crocetta sul simbolo nella cabina elettorale.

Sono delle ovvietà, me ne rendo conto, ma in questo paese non è chiaro neppure ciò che è ovvio.



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