Alla presentazione della Fondazione italiana per la lotta all’obesità infantile, in corso a Roma, oggi si è parlato del rapporto tra questa patologia e la chirurgia estetica. A quanto è emerso, infatti, il tema sta diventando un problema così sentito da richiedere sempre più spesso l’intervento del chirurgo estetico. Posso confermare che anche nella mia esperienza ci sono state mamme che vengono in studio a chiedere informazioni su una liposuzione per i figli. Ovviamente rifiuto, come numerosi colleghi italiani, mentre ad esempio negli Usa la chirurgia bariatrica sugli adolescenti sta diventando la norma. Credo sia un approccio sbagliato al problema in sé”.
Secondo i dati presentati il 35% dei bambini italiani ha problemi di peso, e il 12% è obeso. Già oggi l’obesità costa circa il 6% delle spese del bilancio del Paese. Per cercare di fare prevenzione la Fondazione ha già aperto alcuni ambulatori gratuiti dedicati ai bambini, oltre a dei camp destinati ad ospitarli, e sta preparando campagne di sensibilizzazione per i genitori anche con testimonial. Credo che molto lavoro debba essere fatto anche sui genitori: ci sono mamme che fino agli 10-11 anni spingono perchè il bambino mangi e ingrassi, salvo poi accorgersi dell’accumulo di grasso e pretendere un dimagrimento. Oppure genitori che ignorano bellamente l’aumento di peso del figlio, confidando in un successivo sviluppo in altezza, e poi si lamentano della stazza del ragazzino. La prevenzione inizia molto prima, già nei primi anni di vita.
Sul banco degli imputato finiscono spesso le merendine, il junk-food e le bibite gassate, ma sotto accusa insieme all’alimentazione c’è lo stile di vita dei bimbi, troppo sedentario e legato a computer e tv. Questioni che attengono più a un nutrizionista e un pediatra, che non a un chirurgo estetico. Mi limito dunque a ricordare che, prima di rivolgersi al bisturi, un po’ di esercizio fisico – magari con l’esempio dei genitori – è decisamente consigliabile.