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Obiettivo capitolo 3, ovvero "scrivendo s'impara"

Creato il 02 settembre 2010 da Taccodieci @Taccodieci
Quando qualcuno si mette a scrivere un libro si suppone che sappia come si scrive un libro. Niente di più sbagliato.
Ho iniziato a scrivere un romanzo avendo come unica certezza il fatto che adoro scrivere. Ho cercato di informarmi, ma pare che non esista alcun manuale di tecnica di scrittura romanzesca. Mi sono rileggiucchiata "On Writing" di Stephen King, il libro che attualmente considero la guida migliore per scrivere qualsiasi cosa, ed ho cercato consigli in internet. I consigli più gettonati che ho trovato in rete comprendono:
- Dare un titolo, per quanto provvisorio, all'opera, così da evitare di andare fuori strada durante il processo creativo.
- Predisporre una scheda per ogni personaggio, una sorta di cartella nella quale raccogliere come un detective qualsiasi informazione sul suo conto, evitando gaffes.
- Preparare uno schema generale di come si dovrà sviluppare la trama, così da tenere ben presenti il punto di arrivo, i fatti salienti e la conclusione.
Sarà che ho qualcosa che non va, ma ho cercato inutilmente di seguire questi consigli.
Innanzi tutto non riesco a schedare i miei personaggi. Li sto conoscendo anch'io a poco a poco, man mano che leggo le loro avventure. Dico che sono io stessa a leggere le loro avventure perchè credo di aver dato vita a delle creature indipendenti dalla mia volontà. Sono sempre stata un po' fuori e questa forse è la prova che taglia la testa al toro circa la mia soglia di sanità mentale, ma non riesco a controllare i personaggi. Dicono e fanno cose che esulano dalla mia volontà. Non ho dato loro una vita fatta di dettagli costruiti a tavolino, ma ho dato loro un carattere e, a seconda di ciò che accade nelle loro vite, si comportano di conseguenza.
Emergono così professioni che non avevo immaginato, ma che si adattano alla perfezione alla loro indole, così come amicizie e colpi bassi che riescono fino all'ultimo a tenere nascosti anche alla sottoscritta. Come ciò sia possibile lo ignoro.
Ho in mente un finale ben preciso per questo romanzo e sto cercando di guidare la storia verso questa conclusione. Già in queste prime 56 cartelle è successo l'inaspettato. Già in queste prime 56 cartelle ho dovuto rivedere lo schema generale del discorso almeno un paio di volte, con cambi a dir poco radicali. Se non avessi deciso di mantenere top secret i dettagli della trama vi farei vedere gli schemi perchè le loro differenze hanno dell'incredibile.
Sto imparando pertanto che, almeno nel mio caso, la trama è imprevedibile. Viene decisa dai personaggi stessi. Creandoli ho dato loro alcune caratteristiche ben precise, ispirandomi ad amici, parenti e persone a me più o meno care. Lo svolgimento è deciso da loro. Sto imparando a lasciarli fare, pensando solo "proviamo a metterli insieme e vediamo che succede".
Scrivere questo romanzo mi sta insegnando che la scrittura, specie quella di un testo così lungo, non è un processo lineare. Mi illudevo di poter macinare, rivedere ed archiviare in via definitiva un capitolo dietro l'altro. Non è assolutamente così. Ciò che accade nei capitoli successivi modifica i precedenti, senza contare le innumerevoli correzioni che vorrei apportare a quello che ho già scritto. Per ora, tanto per dirne una, riscriverei integralmente il primo capitolo. Anzi, sono sicuramente sicura che lo riscriverò.
Ho deciso che andrò avanti a scrivere la trama, giusto per vedere che cosa succede, e che alla fine riscriverò completamente tutto quanto. Non penso sia il metodo più facile, ma d'altra parte non ho fretta e non sono mai stata una fanatica dei metodi facili.
L'unica persona al mondo che conosce qualche anticipazione sulla trama (non torchiatelo, poverino!) è ovviamente il mio ragazzo. La sua reazione è stata "mi pare che tu stia facendo terapia". Che sia così? Certo che è così!
Il primo consiglio che danno tutti i blog che spiegano come si scrive un libro è "scrivete di ciò che sapete". Ebbene: io conosco me stessa e le mie paranoie. Mi illudo che siano generalizzabili ad altra gente, ma posso assicurare che certe cose, certi stati d'animo, li conosco per esperienza diretta.
In un certo senso quindi sto facendo terapia. Ancora una volta non si tratterà del modo più facile di fare, ma sicuramente è il più economico.
Paranoie inutili che non sapete come risolvere? Scriveteci sopra.
La Redazione

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