Ma come sarà il Cagliari della rinascita? Probabilmente mister Pulga – ora come ora molto più sicuro della sua panchina rispetto a qualche settimana fa – potrebbe fare a meno di qualche pezzo pregiato come Ibarbo, Pinilla e il cortegiatissimo Astori, ma forse avrà l’onore e l’onere di valorizzare qualche giovane di belle speranze, come Silvestri e Loi. Per quanto riguarda il caso Cossu, il cui futuro in Sardegna appare nebuloso, tutto può essere, ma nessuno è capace di immaginarlo con un’altra maglia che non sia quella dei Quattro Mori.
Ma il fronte più caldo è indubbiamente quello relativo alla cessione della società, con il patron Cellino sempre più in procinto di vendere, ma non di svendere. L’anonima cordata americana infatti non ha più l’esclusiva e l’inserimento nella trattativa della Fluorsid Group di Tommaso Giulini – realtà italosvizzera leader a livello internazionale nel settore dell’estrazione, trasformazione e commercializzazione di derivati del fluoro, altri minerali, metalli e prodotti chimici – potrebbe costringere Luca Silvestrone, portavoce del gruppo d’oltreoceano, ad aumentare l’offerta (si parla di una cifra molto vicina agli 80 milioni) per l’acquisto della società, del centro di Assemini e forse dei terreni elmensi di S.Caterina. Ovviamente al primo posto nella “lista della spesa e delle cose da fare”, il nuovo stadio: un impianto futuristico da fare accapponare la pelle, con il nome dell’architetto Dan Meis ad aprire scenari da sogno. Una domanda sorge spontanea: il vecchio S.Elia, cantiere a cielo aperto, che fine farà? Per ora il via libera dato lo scorso venerdì dalla Commissione Provinciale di Vigilanza per il progetto di ampliamento dell’impianto di via Magellano a 16mila posti rimane l’unica preziosa gocciolina di certezza in un mare di punti di domanda.
Gianmarco Cossu
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