![Obiezione di coscienza: da Nord a Sud la legge 194 è diventata inapplicabile. Obiezione di coscienza: da Nord a Sud la legge 194 è diventata inapplicabile.](http://m2.paperblog.com/i/170/1708191/obiezione-di-coscienza-da-nord-a-sud-la-legge-L-rIDw4D.jpeg)
Domenica scorsa Repubblica ha riportato la notizia che anche nella Asl di Bari abortire - come previsto, lo ricordiamo, da una legge dello Stato, la numero 194 - è oramai impossibile, ad eccezione del Policlinico. Che però non fa parte delle Asl e dove comunque ci sono notevoli difficoltà organizzative a causa della scarsa presenza di medici non obiettori. Le donne che volessero interrompere la gravidanza dovranno recarsi in altre Asl, a Monopoli, Putignano e Corato, o addirittura in un'altra regione. Oppure rivolgersi, pagando, a strutture private. La redazione barese di Repubblica riporta le parole di uno dei medici "neo obiettori", il ginecologo Saverio Martella, la cui scelta sarebbe «etica e morale, maturata da molto tempo». Probabilmente, lavorando in una struttura pubblica, e con uno stipendio pagato non solamente coi soldi dei cittadini cattolici, doveva maturare un'altra scelta: dimettersi. O andare a lavorare in una struttura privata, magari ecclesiale, perché chi fa della coerenza una bandiera ha l'obbligo morale di praticarla in ogni aspetto della propria vita, privata e professionale.
Quella dell'obiezione di coscienza in ambito sanitario sta diventando, oltre che un abuso della propria professione da parte dei medici obiettori, una piaga sempre più diffusa; e questo nonostante sotto il regime della legge 194 il numero totale di interruzioni di gravidanza sia in lento ma costante calo, a dimostrazione che è meglio regolare - anche una materia così delicata - che vietare dando libero sfogo più alle convinzioni ideologiche di qualcuno che alla pragmatica osservazione della realtà. Chi obietta dovrebbe sapere che prima della 194 c'erano le mammane, e morivano spesso anche le donne.
Alessandro Baoli