Oblivion
Creato il 18 novembre 2013 da Mattia Allegrucci
@Mattia_Alle
Il post-apocalittico ha un fascino al quale quasi nessun regista riesce a resistere, soprattutto se la propria tecnica viene apprezzata dagli studios e vengono messe a disposizione ingenti somme di denaro per fare il film. Con i 100 milioni di dollari offerti dalla Universal Joseph Kosinski mette in scena il suo futuro post-apocalittico, dove la Terra è stata attaccata dagli Scavengers, una razza aliena che ha costretto gli abitanti a ritirarsi all'interno di una nave spaziale e di vivere utilizzando l'acqua come risorsa energetica. Jack Harper e Victoria Olsen sono incaricati di tutelare gli strumenti di prelevamento dell'acqua, perché gli Scavengers sono sempre in agguato. Ma la verità, ancora una volta, non è sempre come la vediamo o come ci viene raccontata. I soldi della Universal sono stati spesi bene se si fa riferimento agli effetti speciali e alla componente visiva del film, dove ogni cosa viene ricostruita alla perfezione da una CGI che, nel 2013, non dovrebbe più stupirci per il suo marcato realismo. Tuttavia il pubblico resta ancora incredulo di fronte alla creazione di mondi alternativi, di Terre distrutte e di fantastici paesaggi digitali, anche dopo Avatar si resta stupefatti e meravigliati da tutto questo. Peccato che il film sia in grado di accontentare solo chi cerca le cose appena descritte, perché la trama traballa sotto tutti i punti di vista, dal prolisso inizio narrativo fino al didascalico e lacrimevole finale (anche piuttosto furbo, visto la piccola, pessima idea conclusiva), poiché la sceneggiatura di Michael DeBruyn (meglio noto come Michael Arndt) e Karl Gadjusek snocciola personaggi solo quando fa comodo alla storia e non approfondisce per nulla il rapporto tra la nave madre chiamata Missione e i due "operai", né spiega le motivazioni di alcune scelte di sceneggiatura, lasciando lo spettatore a bocca aperta solo per ciò che viene messo in scena e non per quello che viene raccontato. Non abbiamo dubbi che lo stile visivo di Kosinski sia interessante (d'altronde la graphic novel a cui si ispira il film è stata scritta dallo stesso autore), ma non bastano cattivi alla 2001: Odissea nello spazio, scenari alla Guerre Stellari: Una nuova speranza, apparecchiature post-moderne e Tom Cruise per fare un film fantascientifico al giorno d'oggi. Non basta nemmeno l'idea originale per fare un buon film, perché se lo sviluppo di essa è superficiale e scontato, melenso e già visto, la buona idea non è più tale e da sola non riesce a sostenere l'intera costruzione, soprattutto se anche i reparti tecnici si mettono a copiare idee post-moderne oramai già troppo vecchie (si pensi a Joseph Trapanese, Anthony Gonzalez e le loro musiche di zimmeriana memoria). Per cui perché tanto successo? Molto semplice: una valida idea di base(mette in gioco un futuro non troppo lontano, cloni, droni, ribellioni, tecnologia e azione fotografata molto bene da Claudio Miranda), una buona dose di citazioni e un discreto dosaggio della suspense fanno di Oblivion un prodotto d'intrattenimento non così detestabile. Peccato che, se da un lato qualche spettatore si può divertire a cogliere le innumerevoli citazioni presenti nel film, dall'altro all'interno del pubblico ci sarà sicuramente qualcuno che si stancherà ben presto di questa storia terribilmente scontata. Una volta scoperta la vera identità degli alieni il gioco è fatto e tutto il mistero si sgretola lasciando Tom Cruise in balia degli eventi, e noi con lui.
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