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Oblivion (Joseph Kosinski, 2013)

Creato il 23 settembre 2013 da Sommobuta @sommobuta
Oblivion (Joseph Kosinski, 2013) Il pianeta Terra ha dovuto affrontare la minaccia di un’invasione aliena.
I terrestri hanno vinto e hanno sconfitto gli “Scavenger”, ma il costo è stato enorme: hanno dovuto sacrificare il pianeta, e per sopravvivere, sono emigrati su un’astronave di stanza su una delle lune di Saturno.
Jack Harper, assieme alla sua compagna Victoria, è l’unico essere umano presente sulla Terra.
Il suo compito è garantire la protezione di megatrivelle che assorbono l’acqua degli oceani, vitale per il proseguimento dell’esistenza della colonia terrestre nello spazio.
Ma c’è qualcosa che non quadra sul pianeta Terra: tra zone radioattive abitabili, Scavenger sopravvissuti che sabotano le megatrivelle e un’astronave precipitata dal nulla, Jack avrà modo di scoprire una verità sconcertante…
…una verità che arrivati al minuto 10, qualsiasi spettatore piuttosto sveglio ha già ampiamente capito.

Non è certo l’imprevedibilità il miglior pregio di Oblivion. Proprio perché la pellicola si sgama da sola nel giro di poche scene.
Ma non è un difetto: è carattere.
Perché il miglior pregio del film di Kosinski è l’estetica.
Il mondo di Oblivion, la nostra Terra, è un pianeta massacrato da una guerra atomica. La natura selvaggia ha preso il sopravvento sulla civiltà, crateri enormi hanno preso il posto delle città, e ciò che rimane è solo una pallida ombra del passaggio degli esseri umani, con tanto di ruderi e palazzi ridotti a cumoli di macerie. È un mondo post-apocalittico fantastico, perché realistico.

Bel posto, eh?
Paradossalmente, è un mondo quasi invidiabile, dove chiunque sognerebbe di vivere.
Non è un caso che il protagonista, Jack, di tanto in tanto sfugga al controllo della sua partner e si vada a rifugiare in un cottage sperduto sulle rive di un lago.
Splendido anche il design della civiltà umana futura, con queste abitazioni situate sopra le nuvole, caratterizzate da tutti i comfort possibili e immaginabili, e al contempo spartane, fredde, essenziali.
Futuristiche in ogni piccolo angolo.

Una casa random
E insomma, da questo punto di vista si vede lontano un miglio che la storia e il suo concept originale erano tarati per il media fumettistico. Lo si intuisce anche nelle tante (troppe?) citazioni a film e fumetti di fantascienza, che permeano la pellicola e che, per certi versi, sono il cuore pulsante della storia stessa.
Perché Oblivion, in origine, era una graphic novel. O meglio, sarebbe dovuta essere, nelle intenzioni degli autori, una graphic novel.
Nel 2010, Joseph Kosinski, il regista del film, presentò la storia che aveva ideato – e che sarebbe dovuta essere modellata da due abili fumettisti - al ComiCon di San Diego, grazie alla sponsorizzazione di una casa editrice, la Radical Publishing.
Un abbozzo di sceneggiatura e alcuni concept art molto accattivanti servivano, nelle intenzioni di Kosinski e della Radical, a trovare i fondi necessari per realizzare il fumetto nella sua interezza.
Invece la prima sceneggiatura e i concept art colpirono la Universal, che dopo aver sentito i pareri più che positivi di alcuni addetti ai lavori, mise mano al portafoglio e cacciò moneta sonante per realizzare il film.
Per la gioia di Kosinski, che poteva rimettersi a giocare dopo essersi divertito un mondo con Tron Legacy.
Oblivion (Joseph Kosinski, 2013)
Anche in Oblivion ci sono le moto fighe!
Il film è divertente.
Anzi, per quanto mi riguarda, a tratti è anche molto bello – sempre grazie all’estetica di cui sopra.
Tom Cruise fa il suo dovere, corre, spara, combatte, si arrabatta, scopre la vera verità elargendoci la sua solita faccia un po’ così.
L’esatto contrario di Morgan Freeman, che con la sua solita faccia un po’ così e un paio di espressioni sornione ti fa capire che lui sa tutto, ma colcazzocheteloracconto, perché ciccio, se non la scopri tu la verità, è una noia mortale.
Oblivion (Joseph Kosinski, 2013)
Ci facci una faccia!
Il problema – come vi ho anticipato in quest'altro articolo – è il finale.
Il finale vero.
Non quello dove l’eroe fa quello che fa.
Ma l’epilogo.
Quello che, ad un certo punto, quando ti accorgi che c’è un tassello che manca, cominci a pensare: “Ti prego, fa’ che non finisca così. Fa’ che non finisca così.”
E invece, puntualmente, finisce proprio così.
20 secondi finali che cancellano in un attimo quanto di buono si era visto in 2 ore.
Perché quando arrivi a QUEL finale, ti cascano le palle.
Anche se non ce le hai.

Il Joker ne sa qualcosa a riguardo...
Tolto questo, Oblivion è un bel filmetto di fantascienza.
Che non aggiunge e non toglie niente a quanto si è visto negli ultimi anni.
Ma è molto, molto buono.
A parte quei 20 secondi di cui sopra, ovviamente…
Voi l'avete visto?
Che ne pensate?

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