Quello che i politici di minoranza, PD e Alpe, non hanno capito è che la divisione dell’Union è stato un toccasana insperato per la Valle d’Aosta. E divisa doveva rimanere. Non era Rollandin da mettere alla sbarra, ma il clan Viérin. Un accordo del PD e di Alpe con Rollandin, con quest’ultimo in posizione di debolezza, avrebbe potuto portare a qualche cosa di decente. I Viérin stanno facendo ora quello che l’altra parte dell’opposizione avrebbe dovuto fare mesi fa, durante la crisi. Il risultato? Il rischio di un ricompattamento del partito rossonero che diverrebbe ancora più forte (Réunir-Réussir) o una alleanza tra i due clan che equivale, dal punto di vista dell’egemonia poltica, più o meno alla stessa cosa. Un PD estremamente indebolito che, se farà parte della nuova e presumibile maggioranza, avrà come sempre un ruolo marginale e un Alpe all’angolo o comunque con un ruolo subalterno. Gli interlocutori principali rimangono sempre: Rollandin e il duo Viérin, quando finalmente, al posto di questi ultimi, avrebbero potuto essere altri. Sarebbe stato un passo avanti significativo che avrebbe rotto l’asse R-V che monopolizza la politica valdostana da troppi anni. Credo che la crisi in Giunta sia stata un’occasione sprecata e irrecuperabile. Forse l’elettorato del PD, l’area più a sinistra del PD, e di Alpe, l’area più a sinistra di Alpe, non avrebbe capito, anzi è molto probabile, ma chissà, forse portando a casa qualche buon risultato avrebbe compreso che la politica è frutto di compromessi dove le parti cercano di ottenere concretamente qualcosa (sottolineo “concretamente qualcosa” che è realtà e non il cambiamento radicale che è fantasia). Se la politica viene interpretata solo considerando gli alti ideali, beh, è sicuramente più bella, ma smettiamola di pensare a governare da soli: i numeri non ce li avremo mai.