Si è detto spesso, anche su questo blog, che la pallanuoto ha bisogno di creare simboli per aumentare la sua visibilità e percezione. Sono tanti gli atleti sui quali si possono costruire storie, anche limitandosi al fatto sportivo in sé. Poi però succede che la FINA assegni i suoi annuali riconoscimenti ai migliori atleti delle discipline che le fanno capo, e che per la pallanuoto i premiati siano Maggie Steffens e Filip Filipović, entrambi al secondo titolo personale. Ora, dal momento che nel nostro sport si tratta dell'unico riconoscimento ufficiale a livello internazionale, varrebbe la pena di dedicargli spazio, a maggior ragione quando si tratta di due atleti che per la seconda volta nella loro carriera vengono nominati Atleti dell'Anno. E invece, il nulla o quasi. In Italia solo uno dei siti di informazione specializzati ha riportato la notizia; e, quel che è peggio, la stessa Pro Recco (società per cui Filipović è tesserato) ha completamente ignorato un fatto che avrebbe meritato ben altro risalto, anche se le imprese sportive che gli sono valse il premio sono state compiute da Filip con le calottine della Nazionale Serba (vittoria alla World League e ai Campionati Europei) e del Radnički Kragujevac (finalista in Champions League). Occasioni sprecate, che fanno riflettere sull'effettiva volontà di progresso del nostro movimento pallanuotistico.
Foto: Fina.org - Giorgio Scala / DeepbluemediaMagazine
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