Non era certamente in bolletta Laura Mars, protagonista di un thriller ormai datato ma sempre meritevole di un'occhiata - tanto per rimanere in tema - che s'intitola appunto (Gli) Occhi di Laura Mars.
Le parentesi sono d'obbligo a causa di una diatriba su come il titolo sia stato tradotto in italiano, ma la sostanza non cambia.Laura Mars, interpretata dalla divina Faye Dunaway, è un'artista di successo le cui immagini provocatorie e sensazionali fanno il giro del mondo portandole fama ma anche molta controversia. Laura Mars potrebbe anche definirsi un Oliviero Toscani in sottana: entrambi sono fotografi in cerca di sensazionalismi espressivi, ottenuti attraverso la forza visiva.Il dramma scoppia quando un killer misterioso resta turbato da quegli scatti impressionanti e decide di riproporli nella realtà, con vittime reali da ricomporre nelle stesse posizioni dei modelli ritratti nel corso di sparatorie e delitti visionari.Il dramma nel dramma prende forma proprio come in una camera oscura quando Laura Mars si rende conto, a sua volta, di assistere al compimento degli omicidi attraverso gli occhi dello stesso assassino senza poterlo scorgere in volto. A tentare di proteggerla ci sarà l'immancabile ispettore di polizia - interpretato da Tommy Lee Jones - che cercherà di utilizzare il dono/supplizio della Mars per fermare il colpevole.Lo script fu concepito inizialmente da John Carpenter che nello stesso anno, 1978, fu anche regista di Halloween - La Notte Delle Streghe. A Barbra Streisand fu offerto il ruolo di Laura Mars ma rifiutò, concedendo in cambio la realizzazione di un suo brano - Prisoner - da includere nella colonna sonora. Ma c'è un altro brano molto famoso che finì a far parte del film. Si chiama "Let's All Chant" (My Body, Your Body, Everybody, Move Your Body) di Michael Zager e fu un successo internazionale che diede al thriller un ultimo, indimenticabile tocco glamour. Se mai ce ne fosse bisogno.