L’amore fisico, il contatto con l’altro, il con-tatto corporeo resta il più influente tra tutti i canali di comunicazione. Il ‘tocco’, infatti, può incoraggiare, persuadere, confortare.
Elisa Poletto detto Feltrinon nel suo lavoro in versi, Occhi di Narciso LVF 2014, stempera le caratteristiche intime di un rapporto tra due persone tra cui avvengono relazioni amorose. Gli immaginari interlocutori, molto spesso, non vivono le stesse consapevolezze, né le medesime corrispondenze, anzi si potrebbe dire, come nel caso di queste poesie, che il discorso tra i due dialoganti si sia interrotto per svariati motivi.
L’autrice nel celebrare la vita, e l’amore che la contiene, conferma il continuo affermarsi della sua bellezza e della sua distruzione. Se ne rammarica ogni volta che deve fare i conti con l’altro da sé che costituisce una figura predominante nella coppia, addirittura un Narciso, tale da affermarsi in maniera cromatica come uno stendardo vittorioso capace di rappresentare un segnale che svaluta l’altra e nello stesso tempo lo seduce.
Due segnali significativi psicologici ambigui con risvolti etico/sociali che possono dare adito a malintesi o possono stimolare emozioni attraverso il corpo e non solo nella mente. L’autoconsapevolezza raggiunta, la valutazione delle immagini, la diversità intersoggettiva, l’elaborazione delle differenze uomo/donna fanno di questo libro una registrazione e un segnale acustico sulla realtà immediata di un rapporto deteriorato.
“Finiscono così le storie d’amore, per prepotenza, per l’assunzione di arroganze idealizzate. Crollano incantevoli dolcezze come i capelli dopo il parto mescolandosi alle trame di anime sorde.” Rita Pacilio
“Sembra che forse/ verrà Natale/ ma non ci sarai quest’anno/ ad abbracciare/ queste membra rotte/ spezzate dai viaggi/ dalla confusione/ dalle perdite/ E adesso/ che mi sono fermata/ verità tagliente è l’abbandono/ come il ghiaccio d’inverno/ che non ci unisce più.” – Abbandono
“Non siamo opposti/ ma complementari,/ mi dici/ e poi giri intorno/ nella spirale/ del nostro rapporto/ fluido-eracliteo/ che hai voluto costruire/ e sostieni/ che dobbiamo essere/ solo amici// Tu mi affabuli d’incostanza/ e io ci cado sempre/ come una tonna/ in una latta/ durante la mattanza.” – Rapporto fluido-eracliteo
“Occhi di Narciso/ mi hanno stregato e abbindolato/ ingrovigliato tra le lamiere/ di una macchina di grida/ per poi tornare/ amorevoli e distanti/ come uno specchio d’acqua/ dopo la tormenta.” – Occhi di Narciso
Elisa Poletto detto Feltrinon si chiama così perché i sui nonni erano veneto-friuliani, in Veneto c’erano tanti Poletto e il soprannome è passato all’anagrafe. Vive a Vermezzo, ma si sente milanese. A maggio 2013 si laurea in Filosofia con 110 senza lode all’Università degli Studi di Milano. Adora il romanticismo tedesco, per il quale nel 2012 va in Erasmus a Marburg in Germania, rientrando solo a Pasqua per ricevere tutti i S. Sacramenti in Duomo. Da quel giorno s’incammina sulla difficile via dell’Amore, nonostante i suoi genitori, che la sostengono in tutte le sue imprese, la preferirebbero anarchica piuttosto che cristiana.
Ha pubblicato due sillogi di poesie con LietoColle: Scale di pezza (2007) e Verità Nascoste (2010). Il suo articolo su K.W.F. Solger, filosofo su cui ha scritto la tesi, L’Ironia della Rivelazione. L’attimo della bellezza in K.W.F. Solger, è pubblicato in Scintille Umanistiche, terzo quaderno (Mimemis, 2010).
Suoi testi poetici compaiono anche nelle antologie LietoColle L’ustione della poesia (a cura di Anna Maria Farabbi, 2010) e in Corale per opera prima (2010).
Ha paura dell’abbaiare dei cani, ama il mare, detesta la montagna e la moda anni ’80. È irrimediabilmente golosa di dolci. Ha quasi trent’anni, ma tutti dicono che ne dimostra molti meno.
Written by Rita Pacilio