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Occhio ai fuoripista

Creato il 05 gennaio 2011 da Rightrugby

Un tipico trappolone di stagione è il Occhio ai fuoripistafuoripista: cose da lasciar perdere se non si è nativi del luogo, o accompagnati da. Nel caso dei nostri interessi rugbistici, il fuoripista è farsi abbacinare dalla poetica tutta calcistica del valzer delle panchine coi suoi riti, i suoi pedinamenti, le sue sparate, e in sede attendono il fax (il fax?!); il puntare sulla fuffa e sulla quantità, tanto l'importante è poter poi dire" come vi a vevamo anticipato ...". Che tristezza.
Presa quindi con tutte le pinze, la notizia confermata da uno degli interessati, è l'incontro di Dondi e/o Federali incaricati con Jacques Brunel, guascone di 55 anni, mercuriale e tostissimo director of rugby di Perpignan, dal lungo curriculum come assistente di Laporte nei Bleus e prima come giocatore e tecnico ad Auch, Pau e Colomiers, la créme dei luoghi storici del rugby del Sud-Ouest. Il quale, pochi lo ricordano, fu peraltro ospedalizzato nel 2009, per un rischio d'arresto cardiaco ...
Dal nostro punto di vista e sempre che non si tratti solo di sondaggio senza impegno, vale più che altro come conferma che la FIR sarebbe (saggiamente) orientata a scegliere la futura direzione tecnica della nazionale in ambienti transalpini, non più anglosassoni - sudafricani, anche se a quel punto dovremo tutti capire che ne sarà del progetto Celtic, se come al solito abbiamo solo scherzato.


L'antefatto è noto ai due lettori di RR: Nick Mallett, attuale allenatore Azzurro, a fine novembre ha fatto pubblicamente capire che non è più interessato a proseguire l'esperienza dopo i Mondiali (il famoso "io sono Nick Mallett, posso andare ad allenare dove voglio" e il suo mitico "chi non s'è accorto quanto ho migliorato la nazionale italiana, di rugby non capisce un c..." indirizzato agli addetti ai lavori più che al pubblico). I contemporanei minuetti Federali, vòlti a dar da intendere che la decisione di chiudere sarebbe loro, lasciano il tempo che trovano e in ogni caso non cambiano la sostanza delle cose. C'è anche un lato comico nella vicenda: se Mallett s'è stufato e effettivamente può andare ad allenare dove vuole, chi non puè di certo sarà il "suo" staff impostogli dalla Federazione, cioè Troncon e Orlandi. Dondi come Crono, divora i figli suoi?
Tornando sul piano pratico, la situazione ha un duplice risvolto: da un lato, esperienza già vissuta nel 2007, andremo ai Mondiali con un allenatore dimissionario; dall'altro si deve identificare il prossimo allenatore (e staff, perchè Mallett docet, coi "raccomandati" non si va da nessuna parte), dato che ottobre 2011 è dopodomani.
Per il punto due c'è molta frenesia come spesso capita in Italia: si cita il caso del coach di Castres Labit che ci sarebbe sfuggito rinnovando col club francese fino al 2013, o quello più lontano di Saint Andrè. Lo stesso Brunel e i suoi collaboratori in pectore Guidi (Fir) e Mihlas (La Rochelle) si dice sarebbero in contatto con Biarritz. Il tutto ci pare un po' strumentale, dicesi trattativa, ma tant'è ... Rimane certo che (a) un incontro non fa un contratto firmato e (b) le conferme arriveranno minimo dopo il Sei Nazioni o meglio a fine del Mondiale, come nella transizione tra Berbizier e Mallett stesso nel 2007.
Piuttosto che correr dietro alle "bombe di mercato" fuoripista, varrebbe piuttosto la pena di analizzare i risvolti dell'andare ai Mondiali guidati da uno staff dimissionario. Senza arrivare alle esagerazioni gallesi, dove han confermato Gatland per altri 4 anni per dare ai giocatori un segnale di continuità (poco efficace sinora), è chiaro non sia una situazione ideale. D'altro canto non è una novità: nel 2007 nella stessa situazione arrivammo più vicini che mai al risultato storico, la qualificazione ai quarti. Ci fermò un contratto 18 -16 con la Scozia.
Di fatto qualsiasi manager di alto livello vive di immagine e successi non di acrimonie, quindi non "smobilita" mai, garantito. L'impegno di Mallett come fu per Berbizier fino alla fine può quindi essere dato per scontato. Il problema semmai è la credibilità e l'ascolto che "lo spogliatoio" deciderà di concedergli.
Saremo degli inguaribili ottimisti ma la nostra idea è che la situazione interna del 2011 sia molto diversa dal 2007: livello di preparazione, conoscenza degli avversari e quindi confidenza a parte, oggi in squadra non ci sono teste calde alla Troncon, che pure provò a vincerla da solo quella partita e quasi ce la fece; l'ha ammesso pure Dondi che gli Azzurri sono compatti dietro al tecnico. A riprova, questo spogliatoio non è insorto manco dopo che Mauro Bergamasco fu lanciato kamikaze a Twickenham e anche gli uomini del Racing inizialmente esclusi e polemici sono tornati senza problemi.
Di più: a nostro modesto avviso i "senatori" Azzurri hanno in essere con Nick una sorta di "patto di sangue" non sancito ma consacrato dalla consapevolezza che per (quasi) tutti questa sarà l'ultima occasione per lasciare una traccia nella storia del rugby nazionale. La nostra idea è che ci proveranno sul serio questi Azzurri non troppo amati dall'ambiente perchè mai considerati vincenti: soli contro tutti e col le spalle al fuoco amico di chi di rugby non capisce un biip, è la situazione ideale per la mentalità italiana. Vedremo fino a dove li porterà carattere e skill: come Berbizier, nè Mallett nè Brunel scendono in campo. Anzi no: Brunel è sempre a bordo campo e Mallett ultimamente sale e scende dalla tribuna, ma solo quando allena i Barbarians ...


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