Chissà se quella mente geniale che è Banksy nel ’98, quando organizzò l’enorme raduno dei graffitari “Walls On Fire”, lo avrebbe invitato… io dico di sì!
Allora, capiamoci… volevo parlarvi di uno degli artisti che più mi ha divertito da non ricordo nemmeno quanto. Lui, che ha scelto un’icona del cinema italiano, ritrovando quel gusto “sano” che può avere il trash unendolo alle opere geniali dello street artist più importante di questo momento. Creando un binomio che ha del sensazionale a mio parere.
La dissacrazione dentro la dissacrazione, il sorriso ad alleggerire ogni intesa concettuale troppo importante, la simpatia di quel faccione barese che ha allietato persone e persone nelle sue commedie all’italiana, unita all’importanza dell’opera di un sovversivo come Banksy.
L’artista di cui vi sto parlando, con il sorriso fisso sulle labbra, è un “artista di streda” e si chiama (ovviamente) Lino Banksy.
Girando per Roma trovate dei suoi attraenti stencil e questo “usare” l’arte per canzonare, in un certo modo, l’esasperato bisogno di significare a tutti i costi io trovo sia un suo tratto distintivo e di forte impatto. Giocare con gli spazi urbani, come ogni buono street artist, ma giocarci soprattutto per indurre a una benedétta risata deliziando gli occhi di chi guarda e anche, soprattutto, il suo spirito.
Ha giocato talmente bene sulla sua pagina Facebook questo ragazzo, che s’è già portato a casa 10.700 like, si è imposto da perfetto sconosciuto ottenendo un suo pubblico di riscontro e un tam tam nel Web di tutto rispetto.
« Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Puh! Puh!
E con il peperoncino e un po’ d’insaléta mi protegge la Madonna dell’Incoronéta;
con l’olio, il sale, e l’aceto mi protegge la Madonna dello Sterpeto;
corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall’innominéto. »
Buona fortuna Lino Banksy.
Fan page: https://www.facebook.com/pages/Lino-Banksy/178010072231035?fref=ts