Quando scrissi la poesia "Seme" che apre il mio libro di poesie "Kairos" non avevo ancora letto il pensiero di Fedor Dovstoevskij che mi ha davvero sorpreso:
Occorre solo un piccolo seme, un minuscolo seme che gettiamo nell'animo di un uomo semplice ed esso non morirà, ma vivrà nella sua anima per tutta la vita; resterà nascosto in lui tra le tenebre, tra il lezzo dei suoi peccati, come un puntino luminoso, come un sublime ammonimento.
È accaduto due sera fa, immersa nella lettura quotidiana che sempre nutre la mente e l'anima. Credo sia vero: c'è bisogno del buio per diventare cosa nuova, rinascita, germoglio e poi, perché no, albero di alto fusto che sembra raggiungere il cielo.
Già germogliava in quei miei versi ciò che due anni dopo è diventato romanzo. La necessità dell'ombra per apprezzare la luce. È tutta questione di luce, interiore, esteriore, reale, accecante, tenue, calda, algida. Solo la sua necessità ci invita e ci insegna a non aver paura della nostra ombra.