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OCCUPATI E DISOCCUPATI NEL PAESE DEGLI ESPERTI DEL NULLA (ed 2015)
Creato il 09 settembre 2015 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENAdi Paolo Cardenà per The Fielder. Uno dei campi di battaglia dove ritualmente si consuma lo scontro tra la propaganda di governo e chi invece cerca di dare un’interpretazione equilibrata ai dati che giungono dai vari enti, è proprio il lavoro e l’occupazione, viste le energie spese dal governo Renzi per la riforma principe della sua politica economica: il Jobs Act. Ecco quindi che ogni mese si assiste al rituale scontro che vede protagonisti lanci d’agenzie (e tweet degli esponenti di governo) per celebrare, nella migliore delle ipotesi, la diminuzione del tasso di disoccupazione di qualche frazione di punto o, come accaduto di recente, la creazione di 200 mila posti di lavoro dalla nascita del governo Renzi. Non c’è dubbio che la creazione di posti di lavoro sia qualcosa di positivo, anche se il ritmo appare assai lento e comunque determinato da una sorta di ripresa economica attribuibile principalmente a fattori esterni irripetibili. Tuttavia, per confermare o no l’ottimismo profuso dal governo, occorrerebbe approfondire l’argomento basandosi su un’analisi un po’ più ampia rispetto al significato di lanci d’agenzia ritualmente somministrati all’opinione pubblica dagli organi d’informazione. Per fare ciò, ci avvarremo di qualche grafico elaborato in base ai dati forniti dall’Istat, e ragioneremo considerando i valori assoluti, poiché quelli espressi in percentuali vengono spesso abusati. Prendiamo ad esempio il tasso di disoccupazione, una variabile che dipende dal numero dei soggetti in cerca d’occupazione (disoccupati). Può capitare (come in effetti è capitato in passato) che .......CONTINUA A LEGGERE SU THE FIELDER, che ringrazio per l'ospitalità