Così come l’Istat anche l’Ocse segnala una situazione critica per l’occupazione dei giovani in Italia: la quota dei giovani fra i 15 e i 24 anni con un lavoro precario è quattro volte superiore alla media complessiva, questa percentuale fra i giovani è del 52,9%, mentre la media su tutto il mercato è del 13,8%. Senza contare che oltre alla forbice nel divario, la nostra Nazione è stata anche la più veloce protagonista di questo drammatico evento. L’Ocse sottolinea come sia in crescita il fenomeno dei Neet, cioè i giovani che non studiano e non lavorano, nell’ultimo anno si è raggiunto il 21.4% del totale, la più grande percentuale dopo Grecia e Turchia. L’Italia, a causa di una recessione ancora molto attiva, vedrà aumentare il dato della disoccupazione sia giovanile che non, restando a livelli superiori alla media europea. Dal rapporto Ocse: “L’Italia rimane uno dei Paesi OCSE con la legislazione più restrittiva sui licenziamenti, in particolare per quello che riguarda la compensazione in assenza di reintegro e la definizione restrittiva di licenziamento ingiustificato che domina nella giurisprudenza“.