In uno scenario di crisi economica, la disoccupazione è contrastata dalle politiche di recruitment delle piccole e medie imprese che puntano sui giovani
La crisi scopre l'importanza del Marketing
Chi tiene in piedi l'occupazione in Italia? Sono le piccole, medie ed in alcuni casi micro-imprese a frenare la disoccupazione diffusa nel mondo giovanile. Il comportamento virtuoso degli imprenditori che le guidano, è confermato dai dati elaborati da Fondazione impresa.
Secondo la Fondazione sono 274 mila i giovani che una anno fa erano disoccupati, mentre ora lavorano in piccole o medie imprese.
Secondo Daniele Nicolai, ricercatore di Fondazione impresa: “Questi dati confermano il ruolo giocato dalle piccole imprese nell'economia italiana e il loro contributo alla creazione di posti di lavoro, specie in un momento di crisi come quello attuale dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto quasi la soglia del 10%”.
Se compariamo il livello di assunzione tra una grande impresa (250 addetti e oltre), ed una piccola impresa (da 16 a 49 addetti) nel nord Italia, notiamo che mentre la prima ha assunto il 6% di giovani, la seconda è arrivata al 27,2%.
Altro dato interessante e la vitalità dimostrata dalle micro, piccole e medie imprese del mezzogiorno che nel IV trimestre del 2011, hanno fatto registrare un tasso di assunzione del 94,6% (dato aggregato) rispetto alle grandi.
E' interessante notare come le piccole imprese, si dimostrano molto attente anche all'assunzione femminile; l'incidenza delle assunzioni di donne giovani supera la media: 47,6% contro il 45,3%.
Questi dati rispecchiano la struttura industriale italiana, tipicamente caratterizzata dalla presenza di una galassia di piccole e medie imprese, ed il loro comportamento innovativo in termini di politiche di recruitment.
Oggi quando parliamo di occupazione giovanile, ci riferiamo ad investimenti in risorse umane di qualità: l'offerta di lavoro è costituita da giovani con un elevato livello di istruzione e specializzazione (molti oltre la laurea vantano master di specializzazione o dottorati di ricerca), che se ben impiegati possono produrre degli impatti positivi sull'organizzazione e produttività aziendale.
Questo scenario legittima le richieste di maggior attenzione rivolte dalle Pmi all'attuale Governo.
I “Tecnici” dovrebbe ascoltare quegli imprenditori che, nonostante un periodo di fortissima crisi, applicano delle exit strategy positive per l'occupazione, vero e proprio problema sociale.