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Oceano mare di Alessandro Baricco

Da Ilrepungente @Repungente

copertina oceano mareUn paio di anni fa, di ritorno da una splendida giornata passata in un lido del mio paesello a pranzare davanti ad un mare cristallino e in ottima compagnia, ho fatto una visitina in un nuovo centro commerciale per trascorrere un pomeriggio diverso. Entrando sono subito andato in una libreria, tra i milioni di pagine e le migliaia di copertine alla ricerca di qualche libro che potesse ispirarmi.

Ho preso qualche libro, l’ho rigirato tra le mani, ma alla fine non ho acquistato nulla e mi sono diretto all’Auchan.

All’ingresso del negozio c’era una piccola esposizione di libri e una mia amica ha tirato fuori, da un ammasso di libri e preso tra le mani, un libricino dalla copertina bianca, con pennellate di azzurro e grigio da entrambi i lati e la scritta, a caratteri neri cubitali: ALESSANDRO BARICCO e in blu: OCEANO MARE.

"Devo avere molta pazienza e aspettare, è una cosa complicata, si capisce, trasformare una farfalla in una donna…"

Non ho mai letto nulla di Baricco ed è uno di quegli scrittori che non mi ha mai ispirato, forse perché lo ritenevo uno scrittore prettamente al femminile.

La mia amica, con un sorriso mi ha chiesto il permesso di potermelo regalare  ed io, tra lo stupito e il divertito dalla proposta di ricevere un regalo inaspettato le ho risposto:

Mi regali un libro? E a cosa devo tutto quest’onore?

Di tutta risposta lei mi ha zittito, dicendomi che quello tra le sue mani non è un libro ma IL LIBRO!

Non ho osato controbattere, sia per il gesto, ma soprattutto per la mia ignoranza in materia, ma ho subito considerato quasi sacro quel volumetto ricevuto in dono e tuttora lo custodisco gelosamente, prestandogli molta cura a non stropicciarlo o rovinarlo, indipendentemente dal contenuto che vi andrò a illustrare a breve.

== La trama: ==

oceano mare libro
Per questo romanzo non credo si possa parlare di vera e propria trama; nel retro della copertina ci sono quattro righe che dovrebbero riepilogare il contenuto del libro, ma in realtà sembrano proprio delle frasi fuori luogo, che non rispecchiano per nulla il vero e proprio intreccio del libro.

Si tratta di due storie separate, ma che alla fine i protagonisti in parte si ricongiungono; la prima parte è ambientata nella Locanda Almayer che ospita diversi “personaggi”, sul vero senso della parola, ognuno dei quali con il proprio passato e il proprio futuro da affrontare, con il suo bagaglio di cultura e le proprie paure, i propri limiti da affrontare e cercare di superare con l’ausilio del mare che ne fa da padrone della locanda.

La seconda parte si svolge su una zattera, con un gruppo assortito di naufraghi che lotta contro la fame, la disperazione e il cannibalismo.

La terza parte del libro non è una vera e propria storia, ma una specie di epilogo, in cui le storie dei vari personaggi giungono al termine, ognuno con addosso “gli effetti che il mare ha provocato il loro”.

== I protagonisti: ==

 Plasson: è il primo personaggio che Baricco ci presenta, un pittore il cui unico obiettivo è dipingere il mare, stando giornate intere a fissare questa immensità di acqua salata e aspettando quel qualcosa che gli permetta di dipingerlo come vuole lui e ritornando sempre alla locanda con le tele bianche.

"Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare –il mare- nell’aria fredda di un pomeriggio quasi passato, benedetto dal vento che sempre soffia da nord.

La spiaggia. E il mare.

Potrebbe essere la perfezione – immagine per occhi divini- mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità –verità- ma ancora una volta è il salvifico granello dell’uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un’inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo  da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.

Il cavalletto è ancorato con corde sottili a quattro sassi posati sulla sabbia. Oscilla impercettibilmente al vento che sempre soffia da nord. L’uomo porta alti stivali e una grande giacca da pescatore. Sta in piedi, di fronte al mare, rigirando tra le dita un pennello sottile. Sul cavalletto, una tela."

Elisewin: una giovane fanciulla dalla voce vellutata, con un qualcosa di simile a una malattia; non una vera e propria malattia, come dice lo scrittore, ma “è qualcosa di meno, se ha un nome deve essere leggerissimo, lo dici e già è sparito”.

E’ accompagnata da un sacerdote di nome Padre Pluche che condurrà la figlia del barone di Carewall lontano dal castello che la tiene prigioniera fino alla Locanda per tentare di curarla con la vista del mare, in seguito al suggerimento del miglior dottore che c’è in circolazione.

"Il mare. Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non da risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama. Lo scoprirai, Elisewin. Non fa altro, in fondo, che questo: chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole. Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti. Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita. Instancabilmente, li sentirai chiamare. Succede in questo purgatorio di sabbia. Succederebbe in qualsiasi paradiso, e in qualsiasi inferno. Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà."

Bartleboom:  Ismael Adelante Ismael prof. Bartleboom, come adorava farsi chiamare dagli estranei, è alle prese con la realizzazione di un’enciclopedia, l’Enciclopedia dei limiti e in particolare di quei limiti "riscontrabili in natura con un supplemento dedicato ai limiti delle umane facoltà". Alloggia nella Locanda Almayer per svelare i limiti del mare, in particolare il punto di inizio e la fine, avendo già scoperto i limiti dei fiumi, dei tramonti, dei giorni.

E’ alla ricerca del vero amore, di quell’amore atteso da tempo e all’età di trentotto anni ha capito che bisogna aspettare senza fretta, pazientemente, che prima o poi la donna arriva.

      "Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta. Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo.

Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle –Ti aspettavo.

Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni, i giorni, gli istanti, che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere  sorriderà dicendo a quell’uomo

-Tu sei matto.

E per sempre lo amerà."

 Ann Deverià: altra ospite della locanda Madame Deveriàè fuggita dalla vita di tutti i giorni per aver commesso un adulterio e cerca di curarsi, dietro fervido suggerimento del marito, proprio tramite il mare.

"Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai lontani abbastanza per trovarsi."

 Adams: un uomo misterioso, alto, con i capelli lunghi e col viso segnato dal mare, la pelle bruciata e uno sguardo tipico di un animale in agonia. Un passato leggendario, delle storie da raccontare formidabili, arrivato chissà quando alla locanda, forse vi è sempre stato…

"Un uomo seduto al tavolo, una pipa spenta in mano. Adams. Nessuno sa quando è arrivato lì. Magari è lì da un attimo, magari è lì da sempre. Tutti rimangono immobili ma Elisewin si alza e gli si avvicina.
- Si intitola Preghiera di un uomo che non vuole dire il suo nome. Ma con dolcezza, lo dice con dolcezza.
Padre Pluche crede che voi siate un dottore.
Adams sorride. – Solo ogni tanto.
- Ma io dico che siete un marinaio.
- Solo ogni tanto.
- E qui, oggi, cosa siete?
Scuote la testa, Adams. Solo uno che aspetta.
Elisewin è in piedi, davanti a lui. Ha una domanda esatta e semplicissima, in mente: – Cosa aspettate? Soltanto due parole.
Ma non riesce a dirle perchè un attimo prima sente nella testa una voce mormorare: Non chiedermelo, Elisewin. Non chiedermelo, ti prego."

 In alcuni casi lo scrittore parla in prima persona e in molte parti del libro le parole, le frasi si ripetono, come a voler amplificarne il significato, a rafforzare l’enfasi del discorso, ma queste frasi ripetute portano a tratti alla nausea, come quando si sta in una barca col mare grosso.

"C’è un silenzio orrendo, sulla zattera e tutt’intorno. Nessuno più si lamenta. I morti sono morti, i vivi aspettano e basta. Niente preghiere, niente grida, niente. Il mare danza, ma piano, sembra un commiato, a bassa voce. Non sento più fame né sete né dolore.

E’ solo tutto un’immensa stanchezza. Apro gli occhi. Quell’uomo è ancora li. Li richiudo. Ammazzami, Thomas, o lasciami morire in pace. Ti sei vendicato ormai. Vattene. Gira gli occhi verso il mare. Io non sono più niente. Non è più mia la mia anima, non è più mia la mia vita, non rubarmi, con quegli occhi, la morte.

Il mare danza, ma piano. Niente preghiere, niente lamenti, niente.  Il mare danza piano. Mi guarderà morire?"

Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, a volte. Sono leggere dentro. Dentro.

Da “Il ventre del mare” un altro personaggio, Savigny:  il dottor Savigny è uno dei tanti naufraghi che salgono sulla zattera alla ricerca della salvezza; protagonista di scelleratezze e di atti di cannibalismo, uccide la donna di uno dei tanti naufraghi per vendetta e approda alla Locanda Almayer.

 

 "La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L'ultima è una vela. Bianca. All'orizzonte."

== Le mie considerazioni: ==

alessandro baricco
Ho terminato la lettura di questo libro proprio in spiaggia, davanti al mare, al Mare Nostrum, in un assolato pomeriggio estivo, con piccole onde che si infrangevano sulla battigia, con i gabbiani che sorvolavano un cielo azzurro e senza ombra di nuvole, con quel lento ondeggiare e con la sua voce che invita alla riflessione e al relax.

Il romanzo l’ho trovato davvero originale, a tratti estremamente poetico, in altri tratti confusionario, ingarbugliato, per poi tornare scorrevole, appassionante.

Un insieme di emozioni, tutte diverse, hanno caratterizzato la lettura di queste duecento pagine, suddivise in paragrafi di breve durata, in cui i protagonisti si susseguono e si intervallano tra di loro con le loro storie, per poi ricongiungersi tutti assieme nella Locanda che mi sembra più una casa di cura per malati mentali che un luogo di relax, dove trascorrere intere giornate al mare ad abbronzarsi e a ristorarsi dopo una giornata in spiaggia, tra tuffi e tanto sole.

Non condivido l’utilizzo di frasi ripetitive tra una pagina e l’altra dello stesso paragrafo, di espressioni iterative, come se il lettore fosse un lettore poco intelligente o in fase rem…

Ho odiato in particolare interi paragrafi descrittivi, in cui Baricco ha voluto illustrarci le varie opere di pittura di Plasson, con numerose ripetizioni, visto che la maggior parte dei suoi quadri era dipinto di bianco.

BARICCO oceano mare
Straziante e drammatico il secondo libro, “Il ventre del mare”, con un susseguirsi di uccisioni strategiche per conservare le provviste dei naufraghi e successivamente le scene di cannibalismo; abilissimo Baricco a catapultarci in questa triste vicenda e a farci sentire proprio in mezzo ai naufraghi a soffrire e a sperare di morire in maniera meno dolorosa e sofferta possibile.

Particolare e alla fine stancante (a mio modesto parere) l’insieme di poesie o qualcosa di simile a delle poesie nella terza e ultima parte del libro relativa a Padre Pluche con il suo monologo con Dio.

Tutto sommato sono rimasto piuttosto soddisfatto di questa lettura e non lo dico perché influenzato dal regalo, ma per lo stile narrativo che è risultato diverso dai soliti e schematici romanzi.

Mi sento di consigliare il libro, confermando di aver letto non un semplice libro, ma IL LIBRO, così come ne circolano parecchi in giro di scrittori più o meno rinomati.


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