Al Museo Egizio de Il Cairo, tra le tante ricchezze esposte ce ne è una che già da un po' avrei dovuto citare in questo blog:
Rappresenta sei oche: le Oche di Meidum.
Non è un affresco, ma un dipinto con colori minerali su stucco, tecnica di cui esistono poche altre testimonianze dell'epoca.
Si tratta di un fregio scoperto nel 1871 dalla spedizione di Auguste Mariette a Meidum nella mastaba di Nefermaat e di Atet sua consorte. Nefermaat era il figlio del faraone Snefru(IV dinastia).
Poiché sono estremamente rare le opere risalenti all'Antico Regno, questo reperto ha una notevole importanza, soprattutto per l'ottimo stato di conservazione in cui ci è giunto.
Il fregio non è molto grande, misura solo di cm 27 di altezza e cm.172 di lunghezza.
L'originale, come vi dicevo, si trova al Museo del Cairo, mentre al British Museum c'è una copia.
Era situato nella sala di Atet, si pensa che raffiguri una scena di caccia sulle rive del Nilo .
Fu realizzato con pittura su stucco, opposto dell'affresco, con notevole tecnica pittorica. Rappresenta in modo simmetrico sei oche, divise in due gruppi speculari, molto realistiche nella forma e nei colori. Nel periodo dell'Antico Regno l'arte pittorica egizia ebbe la massima attenzione per i dettagli di animali e piante, tanto che ancora oggi è possibile individuare la specie delle ocheosservando il piumaggio: razza Lombardella e razza Barnacle.
Tra i vari significati dati a questo affresco il più accreditato è quello secondo il quale le oche simboleggiano l'Alto e il Basso Egitto.
Nei simboli geroglifici l'oca rappresenta la lettera "sa" che significa figlio.
Le oche sono rappresentate durante l'Antico Regno, mentre successivamente non si trovano più oche o anatre sulle pareti delle tombe o dei templi.
Potevo resistere? Nooo! ecco la mia personale copia delle Oche di Meidum: