Magazine Gadget

Octodad: Dadliest Catch – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 09/02/2014

Cover Octodad: Dadliest Catch

PC - PS4 TESTATO SU
PC

Genere: ,

Sviluppatore: Young Horses

Produttore: Young Horses

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 4

Data di uscita: 30/01/2014

VISITA LA SCHEDA DI Octodad: Dadliest Catch

Pro-1Folle Contro-1Controlli osceni

Pro-2Divertente... Contro-2… Ma solo i primi minuti di gioco

Contro-3Telecamera gestita male e sezioni stealth forzate

Nell’ottobre del 2010 un gruppo di studenti universitari rilasciò Octodad che conquistò la critica entrando tra i finalisti dell’Indipendent Games Festival Student 2011. A distanza di poco meno di tre anni, dopo che lo stesso team decise di affidarsi a Kickstarter per creare un titolo simile al precedente, ma più grande, eccoci a parlare di Octodad: Dadliest Catch, videogioco folle e malato da poco arrivato su PC tramite Steam ed atteso in futuro anche su PlayStation 4.

octodad-dadliest-catch-evidenzaPOLPI SI NASCE

La storia di Octodad è una di quelle che più semplici non si può, come gli stessi sviluppatori hanno fatto capire ed intendere durante la fase di pre-release. È la storia di una strana famiglia: una donna, due bimbi ed un marito… polpo! In quello che sembra un quadretto fin da principio ben più folle di qualsiasi altra cosa abbiate mai visto e giocato in vita vostra, il caro Octodad si dimostrerà utile nel portare a termine delle mansioni – falciare il prato, tagliare la legna, fare la spesa, cucinare degli hamburger o preparare del latte ai suoi piccoli – ma altrettanto sbadato, rimbambito ed inadeguato nel conseguirle senza far danno. Sorvolando su come sia stato possibile, per un polpo, avere due figli umani con una normalissima donna – questione che si risolleva proprio nel finale di gioco, senza che venga fornita una risposta in questo senso – tutto ciò è dovuto al sistema di controllo col quale gli sviluppatori di Young Horses hanno deciso di confezionare la loro opera. Con delle premesse tutt’altro che trite e ritrite, Octodad: Dadliest Catch associa alla strana situazione di cui sopra dei controlli con cui è proprio impossibile non far danno. Controlli che, chiariamolo fin da subito, risultano essere del tutto inadatti all’utilizzo del mouse, ma un po’ meno rigidi se si sceglie di fare uso di un buon gamepad. Tramite pressione dei tasti ‘LT’ ed ‘RT’ su un comunissimo pad Xbox 360, quindi delle levette analogiche sinistra e destra, il caro Octodad muoverà in avanti o all’indietro due dei suoi tentacoli, quelli utilizzati per lo spostamento; i rimanenti, in questo caso due, andranno utilizzati come vere e proprie articolazioni superiori con le quali prendere oggetti, o lanciarli e spostarli. In quello che quindi è più un gioco di distruzione, che di creazione o di sperimentazione, il motore fisico assume una importanza assoluta: potremo interagire con ogni elemento disseminato tra le poche ambientazioni, spesso saremo costretti a farlo per portare a termine uno dei tanti e disparati obiettivi richiesti in-game, altrettanto spesso decideremo semplicemente di passare sopra a tutto, giusto per il gusto di farlo, distruggendo (o quasi) ambienti e seminando caos tutt’intorno.

Insomma, il contesto in cui è stato immerso questo polpo è chiaro, anche se la follia di un concept del genere ben presto lascia spazio alla frustrazione. Superati i primi due livelli che fanno presagire a qualcosa di grandioso, Octodad: Dadliest Catch fallisce miseramente gettandoci davanti a piccoli puzzle e mini-giochi da terminare obbligatoriamente, cosa non facile visti i controlli impietosi e l’uso di una telecamera che più fastidiosa ed inutile facciamo fatica a ricordare, perdendo pezzi lungo la strada ed evidenziando così i limiti degli sviluppatori nell’affiancare a qualcosa di molto particolare un numero di livelli ed obiettivi di qualità. Avranno giustamente pensato di rendere meno “leggero” il percorso di vita di Octodad, inserendo addirittura delle ridicole e forzatissime fasi stealth che vi costringeranno alla morte ed allo scoramento in molte circostanze. Iniziano così a cadere quei primi sorrisi, che in fase di apertura erano quasi urla di piacere, ricordiamo ancora quel matrimonio così strano… Un prodotto riuscito a metà, anzi un po’ meno, se dovessimo riassumerlo in breve; un videogioco che se da un lato brilla di originalità e personalità, non fa lo stesso lato gameplay, anche a causa di comandi imprecisi che potrebbero perfino portarvi al più classico dei rage quit in alcuni momenti. Ecco, avere a che fare con Octodad: Dadliest Catch è come osservare un film molto comico e, mentre lo si fa ridendo, si vien presi a calci in faccia. La sequela di obiettivi finali ne è un chiaro esempio, senza spoilerare alcunché, possiamo garantirvi che vi troverete a riavviarlo decine e decine di volte perché ancora una volta il sistema di comandi si rivela ingestibile ed il motore fisico spesso fa un po’ come gli pare (sono evidenti i problemi per chi fa uso di schede NVIDIA compatibili con PhysX). Va quindi preso come un titolo frivolo, semplice e che non vuole (anche perché non può) dare quel qualcosa in più come molti altri indie del giorno d’oggi; potreste divertirvi nel creare i vostri malati livelli grazie allo stesso level editor col quale gli sviluppatori hanno creato il gioco, oppure allungare le tre ore dell’esperienza in singolo coi contenuti del Workshop di Steam, qualora creare contenuti propri non faccia proprio al caso vostro. In ogni caso, nonostante una modalità co-op fino a 4 giocatori grazie alla quale potrete gestire un arto del polpo assieme a tre vostri amici (ottima in quelle serate in cui siete del tutto ubriachi, comunque attenzione al lancio del joypad), i circa quindici euro richiesti sono esagerati per un titolo del genere a causa di quei particolari – qui mancanti – che differenziano in maniera del tutto oggettiva i grandi giochi indie da quelli passabili o quasi del tutto inutili.

Le ultime annotazioni le facciamo sul comparto grafico e sonoro, partendo da quest’ultimo, che si è rivelato davvero buono grazie ad effetti sonori ed un doppiaggio in Inglese di buona fattura, ma soprattutto per dei motivetti musicali che vi rimarranno a mente anche dopo aver terminato il gioco. Non possiamo dir lo stesso della grafica, semplice e carina nei menu, così come accettabile in quelli che sono gli ambienti di gioco, ma le svariate imprecisioni del motore fisico ed i frequenti rallentamenti non lo hanno reso memorabile ai nostri occhi.

Octodad: Dadliest Catch – Recensione IN CONCLUSIONE
Serve altro, a 2014 avviato, per entrare nell'olimpo degli indie ben sviluppati e dal rapporto qualità/prezzo entusiasmante. Non si può pensare di partorire un concept di gioco così folle, per questo divertente ed originale nelle fasi iniziali (oltretutto, vera e propria espansione della prima release, più che sequel) e poi contornare la breve esperienza con dei controlli al limite dell'osceno ed una telecamera di gioco che non aiuta affatto. Superati gli istanti iniziali di puro divertimento Octodad: Dadliest Catch diventa frustrante, fine a se stesso, più banale che non si può e forzato in alcune sezioni. Occasione sprecata dunque, ma ci auguriamo che gli sviluppatori al prossimo giro riescano a fare molto meglio di così. ZVOTO 5
Voto dei lettori5
Registrati per votare!
POLPO SCOTTO COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :