Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 104'
La trama (con parole mie): la famiglia Russell – padre, madre e due figli – si trasferisce in una nuova casa pronta a vivere il resto della propria vita all’ombra di uno specchio antico e molto particolare che adorna lo studio da designer del patriarca. Proprio a partire da questo specchio ombre decisamente poco rassicuranti scendono sul focolare, conducendo l’intera famiglia nel pieno di una spirale di follia che si conclude con la morte della madre per mano del padre, ucciso poi dal figlio minore, di seguito internato in una struttura specialistica.Dieci anni dopo quegli eventi il ragazzo torna in società completamente guarito, accolto a braccia aperte dalla sorella che, dai tempi del massacro dei loro genitori, ha effettuato ricerche sullo specchio e pare decisa a sfidarlo in modo da distruggerlo per sempre, mettendo la parola fine al più agghiacciante capitolo delle loro vite.
Senza dubbio questi ultimi anni non sono stati i più sfavillanti, per quanto riguarda l’horror inteso come genere: le sempre più frequenti proposte riempitivo buone giusto per pareggiare i conti dei distributori ed una crisi di idee da record hanno progressivamente depauperato un panorama ed un immaginario che, a cavallo degli anni ottanta, erano tra i più ribollenti dell’intera settima arte, pronti a regalare al pubblico non solo pellicole di livello, ma icone ancora oggi considerate cult – da Freddy Krueger a Jason Vohoories, da Leatherface a Michael Myers -.Oculus – titolo peraltro accolto discretamente dalla critica, a quanto ricordi -, purtroppo per i Ford, ha rappresentato l’ennesimo passo falso di un genere che, purtroppo, ha ormai fatto dell’annaspare una sorta di spiacevole consuetudine, partito con premesse se non buone almeno passabili e naufragato in tutti i luoghi comuni cui ormai gli spettatori più smaliziati sono tristemente abituati: a partire da un cast certamente non di primo livello fino ad un crescendo prevedibile e sacrificato nel finale per un ipotetico sequel – tendenza ormai rischiosissima per i film di paura -, Oculus rovina quanto – e non parliamo neppure di così tanto – di buono viene costruito nella prima parte, saggiamente orchestrata in un continuo palleggiarsi tra presente della narrazione e passato – così da motivare anche alcune scelte dei due giovani Russell, più o meno decisi a vedersela ancora una volta con lo strumento che ha provocato la morte dei genitori e tutti i loro incubi peggiori negli ultimi dieci anni – con un confronto banale, assolutamente non spaventoso e prevedibile della seconda parte, che sfrutta tutti i meccanismi classici del genere sperando di ottenere un effetto sorpresa rispetto all’audience che finisce per non essere neppure registrato, un po’ per abitudine e un po’ per un’effettiva mancanza di mordente che rende la minaccia dello specchio sempre più grottesca, e le scelte di logica dei due ragazzi assolutamente in linea con quelle assurde che vengono propinate al pubblico nelle occasioni peggiori offerte in questo campo.Un peccato, per certi versi, perché la speranza del sottoscritto – specie osservando la prima parte – era quella di poter assistere ad un discreto spettacolo di terrore come fu il riuscito Sinister di un paio d’anni or sono, o il più recente The conjuring, che nel loro piccolo erano perlomeno riusciti a garantire almeno un paio di salti sulla sedia ed una sensazione di inquietudine non da poco: al contrario, in questo modo, si finisce per essere più delusi di quanto non si sarebbe da una pellicola fondamentalmente trash gettata allo sbaraglio nel corso della bella stagione dai distributori nella speranza di riempire la sala giusto con i teenagers speranzosi di sfruttare l’effetto della paura per strappare una limonata dura alla ragazza di turno.Oculus, dunque, va ad aggiungersi ai numerosi recenti insuccessi di un genere che pare avere sempre più bisogno di un nuovo inizio, e di una sferzata di energia che possa garantire qualcosa che, quasi vi gravasse una maledizione, pare essere stata dimenticata dagli autori di questo tipo di prodotti: il fascino oscuro della paura.Perché quando quel fascino è presente non contano più gli specchi, le piante morte o gli stratagemmi di bassa lega: il terrore è lì, al nostro fianco, e non possiamo neppure pensare di sfuggirgli.E a quel punto è un piacere quasi perverso abbandonarsi a lui.
MrFord
"I'm starting with the man in
the mirror
I'm asking him to change
his ways
and no message could have
been any clearer."Michael Jackson - "Man in the mirror" -
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