Magazine Diario personale

Oculus (recensione)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

A Oculus ha già dedicato un bel post l’amica Lucia, che vi invito a leggere, ed è difficile per me aggiungere altro. Due considerazioni, però, posso pure farle, anche se riguarderanno non solo la trama, ma quello che ho notato intorno a questo tipo di produzioni.

locandina

Trama

Tim Russel esce dopo anni dall’ospedale psichiatrico in cui era stato rinchiuso, dopo il dramma familiare che aveva coinvolto lui e sua sorella, e che aveva portato alla morte dei due genitori in modo brutale e non del tutto chiaro. Kaylie, sua sorella, gli ricorda la promessa che avevano fatto quella notte, di distruggere lo specchio, ritenuto responsabile dell’accaduto.

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Considerazioni

Di Flanagan, se vi ricordate, avevo già visto e recensito Absentia, preciso, l’ottimo Absentia. Ancora una volta, vi suggerisco di vederlo. Non ho avuto dubbi quindi se andare a vedere questa sua nuova prova, fidandomi anche della recensione di Lucia. Aggiungendo che il film è prodotto dalla WWE, casa che non solo si occupa di wrestling, ma anche di film horror (loro, per dire, è anche No One Lives), ho colto la palla al balzo in una sera propizia e sono andato a vederlo.

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E vi assicuro che trovarlo in sala è quasi un miracolo, e bisognerebbe approfittarne, visto che la fotografia è qualcosa di unico e difficilmente si può ancora vedere un prodotto con qualche buona idea, ma soprattutto con gli ingredienti ben dosati e amalgamati. Oculus si può fregiare di ciò. Certo, ammetto di non essere un amante del “È reale/non è reale”, tipico di molti film, degno successore del genere “Sogno/non sogno” nato con Freddy Krueger, dove si spezza continuamente la narrazione perché ci rivelano che era solo una visione, un sogno o altro. Eppure, Flagan riesce a non abusarne e a non diventare ripetitivo e pesante come altri suoi colleghi, rischiando di fare solo un polpettone confuso che gioca sulla confusione dello spettatore. Flanagan non lo fa. Punto.

scena3

 

Ed è quindi un peccato (ma allo stesso tempo un miracolo, perché Absentia, per esempio, non è mai arrivato!) che lo abbiano proiettato in pochissime sale e lo abbiano tolto presto. Fortuna mia, che qui è durato di più e ho avuto l’occasione di vederlo, anche se non ho visto un gran afflusso di pubblico. Qual è il motivo? Difficile a dirsi. Poca pubblicità, nessun nome altisonante all’interno, un trailer che non inganna abbastanza e forse il solito tiro di “amici” che lo hanno visto, non lo hanno capito e lo hanno sconsigliato ai conoscenti. Per questi ultimi che non lo hanno capito, spero che prima o poi qualcuno scriva un articolo tipo Oculus Spiegazione. Immagino che servirà…


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