Un libro vezzoso, con un mistero iniziale gentile e puzzolente, un minestrone di ingredienti saporito e casalingo, ma niente di più. Ben fatto, ben scritto quasi fino al termine. Poi ti dà l’idea che, alle ultime pagine, l’editore abbia detto: ohè, basta così!, e allora di corsa alla fine, anche con qualche scivolata sintattica e il piatto sbattuto lì in quattro e quattro otto. Leggi l’ultimo capitoletto convinta che stia per cominciare e rivelarsi insieme (insomma, lo vedi da te che manca poco alla copertina) un altro mistero, giri pagina e c’è la pubblicità di altri libri della Garzanti. Quanto ci mettete a cuocere un minestrone? Sedetevi e intanto leggete, dura uguale. Mah.
Zia Antonia sapeva di menta
Andrea Vitali
Garzanti