Ode ai Gyokuro quando sanno di mare

Da Lasere

03 ott 2011 @ 18:52

Tè, arte e poesia, dal Giappone, tè verde

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Data creazione: aprile 2011
Data riabilitazione: ottobre 2011
* Programma di Recupero Bozze Maltrattate

Ho un Gyokuro, qui con me, che che ad annusarlo mi dice il mare. Non solo alghe, come talvolta accade, o mare stretto in poca fantasia: tutto il mare mi dice, e me lo dice dolce.

Mi dice lo stare sull’orlo del molo a dondolare i pensieri nell’acqua in stanca, o a farne cosa nuova nello spatasciunf dei cavalloni. Mi dice di quando da lì scorgi la prima medusa, e poi due e poi tre e poi… tante! Il solletico dei granelli mi dice, il dispetto degli schizzi, la salsedine che appiccica i capelli; i pescatori che sanno l’arte del lancio, le reti che si allargano in volo come inspirare profondo, prima del tuffo. E dopo tanto intento silenzio il voltarsi a chiedere “ti va un gelato?” (sì, grazie: menta e melone).

Mi dice quando invece si è da soli, due libri di poesia come braccioli, e al mare capita di chiedere chiarezza e salvataggio. Ché io che son gente di terra e di asciutto davanti al mare ci vado come in chiesa, rara e maldestra, pur senza credere all’Orizzonte e a Dio, quand’ho bisogno di chi sappia e intenda ciò che neanch’io so ancora d’essere e pensare.

«…il mare
e quanto mare
esce da sé stesso
in ogni momento,
dice di sì, di no,
di no, di no, di no,
dice di sì nell’azzurro,
nella spuma, nel galoppo,
dice di no, di no.»

Pablo Neruda, Ode al mare

E tu alla fine traduci: forse, per farci entrare tutto e l’incontrario.

~

[Piccola nota riabilitativa]

Questo pensiero mi fu ispirato da uno splendido Gyokuro Jirushi, che pur non avendo la sensazionalità di un temomi impastato a mano si collocava ugualmente – e si colloca tutt’ora, ché lo centellino da farlo durare (anzi da farlo riprodurre nottetempo, possibilmente, dati i tempi che corrono di sommario embargo dopo i fatti di Fukushima) – nella sfera della straordinarietà, grazie ad una lavorazione a macchina svolta sotto la supervisione del tea master Toshikazu Yamashita, al fine di renderla quanto meno distante da quella manuale. Ringrazio Acilia, a cui devo l’incontro.

Spero apprezzerete l’abbinamento, tutto intriso com’è di ardito sincretismo ;-)

Torno a prepararlo ora, con voi. Essendo di ottima qualità, oso senza timore parametri per noi un po’ estremi – e invece del tutto usuali in Giappone, dove anzi queste dosi arrivano fino a raddoppiare -, che meglio sapranno estrarne intera l’anima: 5 grammi (un cucchiaio da minestra ben colmo, circa) per 150 ml d’acqua intiepidita a 50°, per un tempo di 2 minuti buoni.

In bocca un sorso tondo di dolcissimo, dolcissimo mare.
… …

Vi va un gelato? :-)


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