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Ode ai nonni. Anche se lontani.

Da Mammabigne

Forse l’ho già detto tante volte… ma in questo momento sento la necessità di ripetermi ancora… Avere una mano, anche piccola, è, deve essere fantastico.
Capita, in questo momento, che, sia io che il coniuge non siamo proprio in splendida forma, anzi… ci sentiamo come due vecchietti, un po’ malconci…
A rimetterci sono le nostre bimbe, che vorrebbero stare con noi, giocare, leggere, colorare, o come dice la più grande “fare i compiti”….
Noi siamo a pezzi, io più di lui questa volta… Mettiamola così…
Ad un certo punto lui voleva portarmi al pronto soccorso, ma poi l’ho fatto ragionare, se mi avessero ricoverato, cosa probabile, come avrebbe fatto con me da una parte e le bambine, troppo piccole per entrare in un qualsiasi reparto ospedaliero, tranne forse la neonatologia, dall’altra?
Così piano piano abbiamo cercato di sostenerci l’un l’altra, qualche volta piangendo in silenzio per non farci vedere dall’altro né dalle bambine, stringendo i denti, sorridendo nonostante il dolore, cercando di non far pesare a loro, creature, il nostro dolore.
Durante le lunghe ed insonni notti avrei voluto avere accanto mio padre e mia madre, solo per avere un conforto morale, magari un paio d’ore di sfogo per le bimbe… ed invece sono a quasi 800km di distanza, e so che anche per loro è dura, quanto per noi….
I genitori sono la nostra famiglia, e quando diventano nonni sono anche la nostra spalla, come noi lo dobbiamo essere per loro…
A mia madre e a mio padre voglio dire che mi mancano e che gli voglio bene, anche se spesso al telefono litighiamo, perché la comunicazione è già difficile senza intermediari, figuriamoci quando di mezzo ci si mette un cavo di rame!


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