ode all'imperfezione.

Da Tinynoemi
ieri avevo elaborato con la mia sms-pall una lunga ed avvincente riflessione sulle rappresentazioni implicite che ciascuno ha della vita degli altri. incrociando una serie di coincidenze e pensieri a metà tra il personale ed il professionale aveva cominciato ad invadermi una nuova ossessione (giàcché a me i pensieri non restano mai pensieri, in niente diventano fissazioni).
così il neonato invasore interrompeva il tentativo di studiare chiedendo fastidiosamente la mia attenzione. la sua formulazione grossolana era qualcosa del tipo: cosa nelle rappresentazioni implicite influenza il giudizio sugli altri? non che sia una questione particolarmente originale ed il mio aver fatto una tesi sulle teorie implicite indiscutibilmente retrodata il mio interesse sulle opinioni personali culturalmente fondate a qualche anno addietro, eppure l'articolazione del tarlo aveva assunto una personalissima declinazione: cosa cazzo vedono di avvincente nella mia vita quattro sconosicuti differenti per condizione socioecnomica, livello di studio, età, prossimità al soggetto (che sarei io)? l'eccessiva passione mostrata rispetto a banali racconti autobiografici è dovuta ad una forma di educazione, alla mia narrazione, alla loro noia esistenziale o  ad una oggettiva quantità di fascino nell'incoscienza altrui? sono consapevole che ci siano delle componenti memetiche che non sto qui ad elencare, ma qualunque risposta la mia sms-pall ed io trovavamo continuava ad essere una soluzione parziale al problema. ad oggi, la quaestio è tutt'altro che risolta nella mia mente. il prossimo esame e i miei articoli ne saranno forse danneggiati, per non parlare della discussione dottorale che dovrebbe avere già una luce definita in merito.
ma serendipicamente l'oroscopo di rob ha parzialmente incoraggiato, depistandola, la mia ricerca.
l'imperfezione. è probabile che la risposta sia nell'imperfezione: ognuno tenta di costruirsi il proprio metro quadro di serentà, che diventa fonte di imponderabili ansie da prestazione, così l'altrui spudorata imperfezione restituisce una sicurezza che genera riconoscenza - e si traduce in ammirazione. tutto ciò senza che nessuno si accorga di niente.
devo ancora organizzarlo bene questo pensiero qui, diciamolo, sa di grezzo.

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