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Ode in memoria di una libreria

Creato il 04 ottobre 2011 da Martinaframmartino

Ode in memoria di una libreria

Seguo da anni il blog di Patrick St-Denis, da quando ho letto un commento elogiativo di George R.R. Martin che diceva più o meno che ogni giorno Pat scrive qualcosa d’interessante. Io sono un po’ meno generosa, i suoi interludi musicali non mi interessano, e non sempre i nostri gusti letterari coincidono, senza considerare che a volte i libri di cui lui parla non sono ancora arrivati, o non arriveranno mai in Italia. Però è vero che spesso ciò che scrive è davvero interessante.

Una curiosità è la foto di un cartellone da lui postata qualche tempo fa, in memoria della morte di una libreria. Sono una serie di cose che i librai non hanno mai detto ai loro clienti, ma che, ora che il negozio è stato costretto a chiudere, possono finalmente dire. Ne traduco alcune che sento particolarmente vicine.

Noi odiamo quando un libro diventa immensamente popolare solo perché ne hanno tratto un film.

Nicholas Sparks non è un bravo scrittore. Se vi piace va bene, ma i fatti sono fatti.

Odiamo la frase “una domanda veloce”. Non è mai vero, e tutti sembrano averne una.

La vostra lista di libri di lettura dell’estate è il nostro incubo di letture dell’estate. Fra l’altro si chiama “lista di letture dell’estate”, non “lista di letture da fare tre giorni prima dell’inizio della scuola”.

Sappiamo benissimo che quando siete intensamente concentrati a leggere “Case e giardini più belli” al suo interno c’è nascosto Playboy.

La maggior parte delle volte che ci restituite un libro prima lo avete letto.

La frase “era proprio qui la scorsa settimana” per noi non significa nulla. Il negozio cambia tutte le settimane.

Quando entrate e dite immediatamente “Sto cercando un libro” quello che intendete è “Vorrei che mi cercaste un libro”. Voi non avete mai cercato. Va bene, è il nostro lavoro, ma cerchiamo di essere chiari so cosa sta avvenendo.

Se non conoscete l’autore, il titolo o il genere, ma conoscete l’aspetto della copertina, noi non lo conosciamo. Come possa essere colpa nostra se non riusciamo a trovarlo non siamo in grado di capirlo.

Non siamo un parcheggio per bambini o un parco giochi. Se lasciate i vostri figli liberi di correre e di distruggere la sezione di libri per bambini questo distrugge un pezzo delle nostre anime.

Ophrah non è “l’ultima parola” su cosa è bello. Noi non ci preoccupiamo di chi sia stato suo ospite o di quale libro abbia consigliato.

Ophrah naturalmente è Ophrah Winfrey, conduttrice del talk show più seguito degli Stati Uniti. Noi potremmo dire Fabio Fazio, o Daria Bignardi, o Aldo Busi, o chissà quanti altri nomi. E non c’importa nulla neanche di quale giornale ha fatto la pubblicità. Se il lettore che vuole leggere il libro non ha nemmeno la capacità di ricordare (o di prendersi un appunto) il titolo del libro che vuole leggere, come facciamo noi a sapere di cosa si tratta? No, a meno di casi fortunati non leggiamo la stessa recensione letta dal cliente e non vediamo la stessa pubblicità.

E in realtà la libreria cambia più spesso di tutte le settimane, visto che martedì escono le novità Mondadori (con corollario di Einaudi, Sperling & Kupfer, Piemme, Electa, Frassinelli, Tartaruga, Abscondita, Elle e non ricordo quante altre), mercoledì le novità Rcs (Rizzoli, Adelphi, Bompiani, Marsilio, Skira e così via) e PDS (Feltrinelli, Kowalski, Delos Books, E/O, Mattioli 1885 e via dicendo), e giovedì le novità Messaggerie (Longanesi, Nord, Garzanti, Tea, Salani, Guanda, Garzanti, Ponte alle Grazie, Fanucci, Fazi, Newton Compton, De Agostini, Sellerio e un’altra infinità di editori). E poi ci sono gli altri distributori, Hoepli, Giunti, Inter Logos, Dehoniane, Ali e via dicendo che non hanno un giorno fisso di arrivo. Con 60.000 nuovi libri pubblicati ogni anno, al di là dei bestsellers quanto può restare un libro fermo nello stesso posto?

E poi c’è chi legge sul posto scambiandoci per una biblioteca pubblica (informazione di servizio: ce n’è una che dista forse 50 metri dal negozio in cui lavoro io), chi prende una guida turistica e telefona direttamente all’albergo quando le guide sono in vendita anche per i numeri di telefono (altrimenti si può consultare internet, se tutte le guide fossero solo consultate sul posto e non acquistate gli editori cosa le pubblicherebbero a fare?). E no, se c’è un gadget in omaggio con l’acquisto di uno o più libri non lo diamo senza quell’acquisto, l’editore lo ha fatto per aumentare le sue vendite, non tanto per spendere un po’ di soldi.

Un’altra fase senza senso è “ci sono tutte le guide, manca solo quella che voglio io”. No, ne mancano parecchie, vuoi perché nessun editore ha pubblicato guide su quella località, vuoi perché le abbiamo temporaneamente terminate. Il cliente nota l’assenza solo di quella che gli interessa, ma sono tante quelle che non ci sono, e noi non siamo così perfidi da averlo fatto apposta solo per fare un dispetto a lui.

Se il libro è fuori catalogo non è procurabile. Punto. Anche se insistete una settimana non possiamo farci nulla, e per quanto voi lo possiate desiderare i fatti non cambiano. Se lo ha assegnato l’insegnante a scuola vuol dire che tutta la classe sarà senza libro e che dovrà sceglierne un altro.

Mi fermo qui, altrimenti potrei andare avanti per ore. E per piacere, prima di chiederci di cercarvi un libro finite la telefonata che state facendo. Parlare con una persona che intanto si sta facendo i fatti suoi al telefono è estremamente fastidioso.



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