Dobbiamo dircelo francamente, senza giri di parole, circonlocuzioni ed eufemismi particolari. La democrazia elettorale è un imbroglio colossale. Uno schifo senza precedenti. Un esercizio di libertà per dementi; una transumanza, dalle case alle urne, di caproni che delegano a branchi di lupi famelici, riuniti in liste di partito, la responsabilità di pensare e di scegliere (male, se non malissimo) per conto di tutti; un rito apotropaico per servi contenti di potersi scegliere, con uno scarabocchio su una scheda, i propri tiranni. Chi vota è un cretino che dimostra reiteratamente di esserlo, ogni 5 anni o giù di lì. Il voto è una riffa, nel doppio senso del termine. I votanti si azzuffano per una lotteria pilotata in cui gli organizzatori si beccano sempre i premi della truffa.
Il sistema è così perfido che ogni tanto ci rinfila pure qualche referendum, cosiddetto popolare, in cui l’idiota con diritto di v(u)oto, chiamato ad esprimersi su argomenti che non conosce e non maneggia intellettualmente, di urgenza sociale inesistente ma di clangore mediatico e giornalistico totale, si precipita, con spirito di partecipazione e senso del dovere (dovere di tenere fede alla propria natura balorda), a mettere una croce definitiva sulla sua intelligenza. Però, di costui che segue la mandria nella cabina, come una pecora con gli occhi coperti dal pelo, la pelosa opinione generale dice che è un esempio di gran bella coscienza civica. Ecco dimostrato matematicamente una volta per tutte che coscienza e cervello sono caratteristiche inversamente proporzionali. E si sa che noi italiani siamo gente “de core” più di qualsiasi altro popolo al mondo.
La democrazia produce soltanto ladri di portafogli ministeriali e orde di puttane parlamentari che nell’attesa di ascendere a miglior scranno si fottono tutta la nazione con gran danno del prossimo ed esclusivo vantaggio personale o corporativo. La democrazia è una dittatura a maglie larghe, un’oppressione dolce che non ti ammazza subito ma ti sfinisce sulla lunga durata con i suoi contorcimenti politicamente corretti e le sue chiacchiere opinionistiche: su progresso/conservazione dei costumi, regresso/avanzamento culturale, integrazione/emarginazione sociale. Cirinnà, cirinnò, ciribiribi Kodak. Una menzione particolare merita la solita battaglia fondamentale per la parità dei sessi ma soprattutto per quella dei fessi di tutti i sessi. Si parla, insomma, dell’inessenziale, affinché ciascuno possa dire la sua su un tema a caso che non sposta quasi mai gli equilibri politici reali. Ma sotto tutto questo carnevale i manovratori del vapore secernono le loro trame oscure per perpetuare i loro privilegi e disputarsi il dominio sui concorrenti e sui demodeficienti a dorso di cammello verso il macello. Come diceva il grande Lenin la democrazia è il miglior involucro della dittatura. Un altro che la sapeva lunga, Benito Mussolini, definì la principale istituzione democratica un bivacco di manipoli. Il letterato Papini coniò una bestemmia memorabile contro il regime democratico e i suoi sostenitori democretini diffusi tra le varie chiese: bischeri sollevatissimi, bischeri smargiassi, bischeri ventosi, bischeri girandoloni, bischeri soppiattoni, bischeri politicanti, bischeri economicizzanti, bischeri vani, bischeri solenni, bischeri tronfi, bischeri crespi, bischeri callosi, bischeri pensosi, bischeri pacifisti, bischeri leghisti, bischeri classisti, bischeri marxisti, bischeri riformisti, bischeri collettivisti, bischeri revisionisti, bischeri comunisti, bischeri credenti, bischeri fetenti, bischeri ufficiali, bischeri legali, bischeri del cervello, bischeri antilibici, bischeri internazionalisti, bischeri democratici, massa di straccioni e stronzoni, mangiasputi e fiutarutti, tinconi, turabuchi, scorticapidocchi, merdaioli, caconi, galoppini, pagnottisti, biasciconi, lumaconi, minchioni, balordi gonzi e grummi, ciglioni appuzzoni e citrulli, questi sussurroni coccoloni, questi satraponi virtuosoni…ecc. ecc.
Gianfranco La Grassa descrive meglio di chiunque l’essenza della democrazia (la sua intimità ferocemente mistificatoria) e le sue forme fenomeniche di distorsione della realtà, come le libere elezioni a scadenze prefissate. Scrive il pensatore veneto: “La democrazia …è un semplice e schematico sondaggio d’opinione, in cui si tratta solitamente di rispondere sì o no a poche semplici domande su questioni che tutto toccano salvo il reale potere dei grandi centri strategici, che si battono tra loro con ben altri mezzi e massima incisività (magari anche con il metodo dell’assassinio se occorre). Non è un caso che l’opinione “pubblica” muti d’accento con una certa facilità e frequenza; ne vengono premiati ora questi ora quelli fra i cosiddetti partiti, vere accozzaglie informi dirette da manigoldi, che rappresentano la copertura e la maschera “pubblicitaria” dei suddetti centri strategici, i reali poteri da cui si irradiano poi le principali decisioni, molto spesso ignote al “popolo” o comunque assai differenti da quelle su cui si era svolto il sondaggio. Non vi è dubbio che una simile “democrazia” presenta alcuni svantaggi in fatto di celerità ed efficacia delle decisioni, poiché a volte bisogna avvolgere queste ultime in una “bella confezione” in grado di meglio ingannare, compiacendo, i cittadini elettori”.
Quanto valga davvero la democrazia e la sacra scelta elettorale lo si riscontra durante le fasi di crisi istituzionale in cui forze invisibili, non elette da nessuno ma operanti a livelli di centri strategici internazionali, spiano e rovesciano governi regolarmente insediati per volontà dei cittadini portando in sella i loro mansueti burattini.
Per questo bisogna scagliarsi contro la democrazia ed i suoi accidenti di destra, di sinistra e di centro, invocando parole d’ordine più efficaci per la nostra stagione storica come autodeterminazione e sovranità, obiettivi che non portano la libertà per tutti gli individui o l’uguaglianza tra le classi ma almeno proteggono lo Stato nazionale dai suoi razziatori esterni. Inoltre, bisogna schiacciare senza remore anche certi movimenti del quarto tipo come i grillini, i quali, nonostante si autodefiniscano a parole oltre destra-centro-sinistra, hanno trasformato in feticcio la democrazia (diretta) rendendola ancor più obnubilante e “schermatica” della vera sostanza dei rapporti di forza e di potenza, di cui è innervata la società in cui viviamo. Non facciamoci intenerire dai diritti umani. Non facciamoci distrarre da quelli civili. EVVIVA LA FORCA! Odiatori della democrazia uniamoci !