Da buon anticlericale che si rispetti, il tono delle offese prodotte è sempre stato molto alto e molto basso il livello dei ragionamenti. Questa volta però ha toccato qualcuno al di fuori del cattolicesimo, e quindi è stato censurato da Repubblica. Come ben sappiamo, lo abbiamo già fatto notare, la libertà di insulto vale soltanto nei confronti della Chiesa cattolica.
Nel suo ultimo post, intitolato “Dieci volte peggio dei nazisti” aveva scritto: «In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista», commentando il recente bombardamento della striscia di Gaza da parte del governo Netanyahu. Un ragionamento banale e un accostamento fuori luogo, come è stato fatto notare su Linkiesta, dove a proposito di Odifreddi e di queste sue immature “analisi” si è concluso così: «forse aiutano a farsi un po’ di pubblicità, magari a incrementare l’immagine di “Pierino”. Diventare adulti è sempre un processo difficile».
Il post di Odifreddi, come già detto, è stato comunque cancellato dopo poco e oggi è arrivata la notizia dell’addio di Odifreddi con questa motivazione: «se continuassi a tenere il blog, d’ora in poi dovrei ogni volta domandarmi se ciò che penso, e dunque scrivo, può non essere gradito a coloro che lo leggono».
All’interno dell’ultimo post, il fondamentalista ateo però ci ha voluto regalare una delle sue immancabili odifreddure, di questo gliene siamo grati. Ha infatti ringraziato il responsabile del sito web su cui era ospitato per aver «sempre sposato la massima di Voltaire: “detesto ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”». Peccato che, come sanno anche i bambini ormai, Voltaire non ha mai pronunciato questa frase che è ampiamente conosciuta come una citazione bufala, attribuita a lui dopo la morte. Il finto tollerante Voltaire, ha invece invitato, questo si, a “écrasez l’Infâme”, a schiacciare l’infame, cioè i cattolici.
Tornando a Odifreddi, e mettendo da parte le odifreddure, il suo articolo di fatto non conteneva insulti antisemiti perché criticare il governo d’Israele non è certo tacciabile come antisemitismo, termine ormai abusato, come lo è l’accusa di “omofobia” per chiunque abbia un parere negativo su nozze e adozioni gay. Tuttavia accusare di “nazismo” qualcuno è troppo anche per un quotidiano che tenta di mostrarsi moderato.
Ricordiamo comunque che Odifreddi ha più volte rasentato comportamenti antisemiti. Si ricordi nel 2009 la restituzione per protesta del Premio Peano, vinto nel 2002, per l’assegnazione fatta al matematico ebreo Giorgio Israel. Da più parti è stato condannato come gesto di «intolleranza antisemita del superfluo matematico Pier Giorgio Odifreddi, ex docente baby pensionato e ora icona tv della sinistra salottiera». Allora il pensionato torinese giustificò la sua azione dicendo che non era dettata dalla nazionalità di Israel, tuttavia nel 2010 si è contraddetto insultando il matematico de La Sapienza proprio in chiave antisemitica: «Giorgio Israel è un virulento, un intellettuale di nicchia, una testa calda. In più esercita il vittimismo dell’ebreo». Da queste affermazioni, e in seguito al nostro interessamento, è nata una nota faccenda piuttosto imbarazzante per lui, qui ben approfondita.
Odifreddi è dunque ora in deficit della tanto agognata visibilità e ha promesso di «ritirarsi a coltivare il proprio giardino». Dubitiamo davvero che una persona tanto narcisista sappia scomparire così dalle scene mediatiche, il forte sospetto è che il suo blog sarà importato nel sito web de Il Fatto Quotidiano, sempre disponibile ad ospitare i più disparati animi fondamentalisti e anticattolici.