Odore di festa - strozzapreti con nocciole e tartufo nero

Da Saporidivini
Odore di pioggia calda, trattenuta, sussurrata; di aliti di grigio che scendono fin giù per la gola. Odore di uva, di mosto, di vendemmie lontane. Di sterpaglie, ultimi residui d’estate, che i contadini bruciano nei campi.Odore di foglie del colore della brace, calde anche loro, cadute, frugate, sparpagliate, perdute. Mentre gli alberi con le braccia aperte che si levano verso i tetti sembrano candelabri resi oggi ancora più spogli. Odore di mele allineate nelle cassette di legno, un tuffo improvviso, un grappolo di ricordi a investire le narici. Odore di libri, di pagine scarabocchiate, sottolineate, con le orecchie. Di coperte ripiegate mollemente ai piedi del letto. Odore di ghiaia, di nebbia lontana che scivola sfilacciandosi sulle colline intorno a San Luca.E poi lei. Ride di un riso forte che scoppia come una festa. Lei ride mentre con movimenti rotondi ed armoniosi raccoglie un mazzetto di paglia e si avvicina ai cavalli e agli asinelli. Di questi ultimi conosceva solo il verso, ma non li aveva mai incontrati prima d’ora. Con un gesto ampio della mano accompagna la paglia verso la bocca dei quadrupedi, divertita, appena appena intimorita, ma mazzetto dopo mazzetto si fa sempre più sicura.“ Acoa un po’ ” dice esortando compiaciuta i cavalli, per convincerli a mangiare un altro boccone e tutta presa dal gioco, illuminata da dentro, torna a ripetere il gesto.Odore di bancarelle  improvvisate, di vestiti di seconda mano, di paillettes che luccicano come squame di pesce, di porcellane sbrecciate dall'usura del tempo. Odore lontanissimo che si fa presente. Gli occhi che si soffermano su una zuppiera fine anni settanta, con una trama di fiori lilla e blu che si dipana tutt'attorno alla sua panciuta circonferenza. La rivedo per un attimo sulla tovaglia apparecchiata della mia prima infanzia. Ricordo annacquato. Forse è proprio lei. La ricordo poi reclusa nel grande baule in fondo alle scale di casa, insieme al vestitino bianco del mio battesimo, a mezzi gomitoli di lana, pizzi, a un vecchio mangianastri, alla collezione di quarantacinque giri, a quaderni, scatole, gingilli, statuine di Capodimonte e l’intero presepe. Ricordo soprattutto l’odore che mi investiva ogni volta che sollevavo insieme a mio fratello quel pesante coperchio. Quell'odore di buono che solo l’erba appena falciata riusciva  a malapena a superare.Odore di strada, di stampe d’epoca, di bouquet di lavanda, di cianfrusaglie varie sparse a terra, tra vecchi pattini a rotelle, bilance con i pesi, datati servizi di piatti e un lampadario di vetro a gocce, di quelli che si usava appendere nell'ingresso di casa, la cui pulizia richiedeva molti extrabonus di pazienza.Odore di caffè e di brioche riscaldate. Odore di biscotti. Profuma di biscotti la pelle di Athena Giada, il suo viso che sfiora il mio, i suoi occhi che vagano curiosi tra le vie adornate a festa, distratta quando è a spasso, dal pensiero costante del latte di mamma che fa suo ogni volta che può, infilandosi determinata, sotto alla camicetta ancora abbottonata.Odore di fiato trattenuto. Pizzichi di paura ci pungono la pelle quando saltellando qua e là, Alice Ginevra scompare tra la folla. Si diverte a farci spaventare. Un attimo è ferma davanti ad una bancarella a decidere se le piace davvero qualcosa e l’attimo dopo pare essersi volatilizzata. Il suo riapparire è questione di secondi, una sagoma da fotografare, leggermente piegata sulle ginocchia, le braccia puntellate sui fianchi e lo sguardo di sfida che risponde ai nostri sospiri.Odore più in là, di pane, formaggio, di fieno, di vino. Un grappolo di Cantine si dispiega sotto ai portici di una strada secondaria, invitando agli assaggi. Centelliniamo qualche sorso, un Teroldego, un Gaglioppo, un Sangiovese, piaceri discreti senza fuochi d’artificio. La chiusa è invece una chicca. Un Riesling invecchiato, gocce d’oro che scendono armoniose. Un rosso ungherese, un Cabernet Sauvignon che mi innamora la bocca con le sue note di legno soggiogate dalla pienezza dei frutti rossi.Odore struggente di caldarroste che lascia traccia di sé nell'aria  come un velo invisibile che si allarga tutto intorno. Odore di braci che covano scoppiettanti. Odore dolce di frutta matura. Odore intimo e disarmante di altri autunni. Di altri giorni di festa. Odore inafferrabile che sfuma via mentre ci allontaniamo e prendiamo la strada di casa, non prima di avere regalato ad Alice Ginevra un giro di giostra. Affrettandoci, prima che grigio e ovattato piova giù il cielo.
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STROZZAPRETI CON NOCCIOLE E TARTUFO NERO
Ingredienti per 4 persone:
Ingredienti per gli strozzapreti:

350 gr di farina 00150 gr di farina di grano durosalepepe nero150-200 ml di acquaIngredienti per il condimento:100 gr di robiola15 gr di tartufo nero (da mescolare alla robiola)2 cucchiai di panna da cucina1 macinata di pepe nero40 gr di nocciole (noi le abbiamo grattugiate, altrimenti si può usare la granella di nocciole)1 mestolo di acqua di cottura1 grosso tartufo nero (circa 40 gr)Prepariamo prima di tutto gli strozzapreti, un piatto povero della cucina romagnola che abbiamo voluto impreziosire con il tartufo. Su di una spianatoia disponiamo la farina a fontana, aggiungiamo un pizzico di sale ed uno di pepe, l'acqua e impastiamo fino ad ottenere un panetto morbido e omogeneo. Lo lasciamo riposare in frigo, avvolto nella pellicola per un quarto d'ora.Col matterello tiriamo una sfoglia dello spessore di circa 2 millimetri. Arrotoliamo la sfoglia sul matterello, lo sfiliamo e tagliamo delle strisce di circa 1,5 cm di larghezza. A questo punto, dopo esserci inumiditi i palmi delle mani dobbiamo arrotolare tra i due palmi la pasta e romperla ad una lunghezza di 6-8 cm approssimativi. Li cuoceremo poi in abbondante acqua salata scolandoli un attimo prima che siano al dente (perché li finiremo di cuocere in padella insieme al condimento e ad un mestolo di acqua di cottura).Passiamo alla preparazione del condimento.Direttamente in padella stemperiamo la robiola con la panna da cucina, aggiungiamo quindi il tartufo (quello da 15 gr) grattugiato e una macinata di pepe nero. Mescoliamo gli ingredienti.Un minuto prima che gli strozzapreti siano cotti, li scoliamo e li versiamo in padella con il condimento, aggiungendolo un mestolo scarso di acqua di cottura. Saltiamo la pasta fino a che la salsa risulta cremosa.In un padellino facciamo tostare brevemente le nocciole grattugiate grossolanamente.Impiattiamo gli strozzapreti completando il piatto con le nocciole tostate e con abbondanti e generose scaglie di tartufo.


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