OF4. Come dire, parto da lontano. Una volta, non tanto tempo fa, la cultura, il sapere, la conoscenza, la saggezza, o la presunta tale, erano, anche a Fidenza, prerogativa di chi, gramscianamente, intendeva il partito, e solo il partito, in grado di creare cultura e intellettuali, persuasori permanenti ai quali veniva affidata la missione del pensare per noi, noi gli altri, il volgo ignorante o comunque culturalmente non in linea. Scrivevo nel luglio scorso: sempre identica e sempre diversa, la campagna elettorale per le elezioni amministrative in quel di Fidenza è stata un topos narrativo.Poi, alla fine, si perde o si vince. Da sempre è così.A dirla tutta, l'unica cosa che, a parte morti e feriti, dispiace di quelle elezioni amministrative è il non potere realizzare il programma di Rete Civica soprattutto per quanto riguarda la cultura.Ma davvero è così? In tutta onestà qualcosa è stato fatto, penso alle iniziative sul dialetto e anche, ma i giudizi si danno alla fine, i 4 giorni di OF4, una buona idea, magari da affinare e ripetere annualmente, ma molto c'è ancora da fare, ad esempio la valorizzazione di Teatro Magnani come luogo di produzione teatrale e artistica.Già, Fidenza! <<La strada è nel dna di Fidenza>> afferma sulla Gazzetta di Parma l'assessore alla cultura, peccato che a Fidenza tutte le strade portano al Village, non al centro storico.
Per dirla in altro modo, l'orizzonte è la storia di Fidenza, quella che ha lasciato segni evidenti: Fidenza è la fabbrica del vetro, è la chimica (una volta si chiamava "fabbrica della morte"), è l'espansione urbanistica, è lo Stirone, è l'Antelami, è il teatro Magnani, le biciclette, gli edifici di interesse storico-artistico, i musei da quello del Duomo a quello sul Risorgimento, i suoi pittori da Emanuelli a Ponzi senza dimenticare Alfieri e Sgavetta,Fidenza è l'ospedale di Vaio, e le piazze, la pagina della Gazzetta, san Donnino e la sagra, la Coop Di Vittorio, gli anolini, il parmigiano, e la Claretta vestale del dialetto, il cavallo pesto, la Via Francigena, la tortafritta, la Camera Acustica, i Terragli, ma anche un servizio di raccolta differenziata da primato e tanto d'altro nei servizi sociali, nella solidarietà, nel commercio, nella moda e nell'artigianato.Fidenza è anche la sua gente, colta e intelligente, che lavora e sa lavorare, ma anche vivere e divertirsi.Fidenza è anche l'altra faccia della medaglia: aziende in difficoltà, lavoro nero, economia sommersa, giovani in cerca di prima occupazione, fenomeni di degrado sociale con alcol e cocaina a livelli allarmanti, rapporti con i migranti nella norma con qualche isolato episodio di intolleranza e violenza tra le diverse etnie, degrado del centro storico, una viabilità da labirinto, nuovi quartieri senza servizi e il commercio del centro storico in crisi.Fidenza è tutte queste cose e molte altre ancora; cose diverse, spesso contraddittorie, un pezzo di mondo ("Mondo piccolo", direbbe Giovannino Guareschi) che deve misurarsi con i difficili, a volte drammatici problemi di una società complessa messa alla prova della crisi economica-finanziaria internazionale.Oggi la questione di fondo che si pone chi amministra la città non è tanto -o soltanto- la mancanza di risorse finanziarie, quello che manca è la concorrenza di idee.Si, mancano idee, progetti -nel lavoro, nella cultura, ma anche su come rigovernare pezzi di città in forte degrado, per abbandono o incuria, tanto da farci ricordare che Goethe, mentre nel 1786 viaggiava in Italia, rimase colpito dal fatto che "ovunque" si notava "la massima trascuratezza".Insomma, i problemi non si risolvono immaginando una realtà diversa da quella che è; non siamo di fronte a svolte "epocali", quelle tante volte rivendicate dagli ex amministratori di sinistra ora ritornati a governare, quelle hanno portato a sviluppi incontrollati con, ad esempio, torri che sovrastano luoghi sbagliati e cattedrali del freddo che cementificano la campagna senza nemmeno un ritorno occupazionale, per non parlare della chimica, Solveko compresa. E poi, basta con il complesso d'inferiorità nei confronti di Parma. Fidenza deve farsi valere in ambito provinciale e regionale.Troppo spesso si parla male dei politici, degli amministratori. Vi saranno, di sicuro, alcuni politici arrivisti e mascalzoni, ma tanti sono quelli che spassionatamente si mettono al servizio della città; gente che non fa politica per interesse personale ma perché crede in quel che fa e si mette a disposizione della comunità fidentina sacrificando interessi, affetti familiari, tempo libero e magari anche la salute.Eppure, per la gente la politica resta distante; e come dare torto al cittadino disgustato se in politica non conta quello che sai fare e come lo sai fare, e il rischio, affiorante, è ancora quello del "Panem et Circenses".Ecco, mi fermo qui, come mi rimprovera il buon Manfredo, al solito l'ho tenuta troppo lunga. Amen!(Cp)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane