Dopo anni di medaglie d'oro mondiali mancate per un soffio, per 0,10 punti, per una giuria alquanto casalinga, per un piccolo errore nel momento meno opportuno, finalmente oro per Tania, davanti a due invincibili cinesi. Tania deve ringraziare se stessa, il padre coach-intenditore (e presenza sempre pacata e tranquillizante).
E noi ringraziamo Tania, la sua voce perennemente da bambina, la sua erre moscia, la potenza che tira fuori dal suo metro e sessanta, le sue certezze e le sue paure, la tensione nel suo sguardo mentre aspetta i numeretti sul tabellone, il sorriso misurato, le lacrime liberatorie...
Grazie Tania, e... vê-lo no Rio...