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Offside – in Iran il calcio divide

Creato il 12 aprile 2011 da Soloparolesparse

offside

Arriva in Italia con cinque anni di ritardo ma mai come questa volta è il caso di dire “meglio tardi che mai”.
Offside è un gioiellino di Jafar Panahi che racconta un piccolo spicchio della vita delle donne in Iran.

Offside – in Iran il calcio divide

Il giorno della partita tra Iran e Barhain, decisiva per la qualificazione al mondiale di Germania 2006, alcune ragazze provano ad entrare allo stadio.
Il problema è che le donne in Iran non possono assistere alle partite e così alcune di loro non riescono a superare il blocco dei militari e della polizia e vengono imprigionate dietro una gabbia improvvisata con transenne.

Si tratta di ragazze molto giovani, amanti del calcio, una di loro gioca addirittura in una squadra femminile, disposte a rischiare l’arresto pur di assistere ad una partita così importante.

Offside è un film intenso, pieno di significati, pur lasciando la politica (o se vogliamo i diritti umani) sullo sfondo.
I protagonisti infatti (le ragazze ma anche i soldati che le fermano) non discutono le regole, la poca libertà, o comunque lo fanno solo di riflesso. Il centro della questione è che la passione non può essere assecondata e che “non è giusto” che loro non possano assistere alla partita.

Sia chiaro, l’accusa di Panahi è dura e netta, solo che è quasi data per acquisita, è la tela su cui viene dipinta la vicenda.

Offside – in Iran il calcio divide

E la vicenda è la storia di sei ragazze e dei loro giovani carcerieri che parteggiano in maniera evidente per loro ma che non possono fare niente perchè le ritorsioni su di loro sarebbero terribili, e devono eseguire gli ordini.

Azzeccatissimo il titolo, che rende perfettamente l’idea di essere tagliati fuori, di non poter partecipare all’evento (alla vita, in realtà) come gli altri, ma potrebbe essere anche l’Iran in fuori gioco, lontano dai diritti umani.

Ovvio comunque che la condizione della donna sia la base del messaggio, ma è splendido il modo in cui Panahi ci mostra la naturale voglia di rivalsa di queste ragazze e di tutti gli altri giovani che con naturalezza provano ad aiutarle.

La partita è contemporaneamente il motivo , il bisogno passionale, la voglia inarrestabile che spinge a rischiare la pelle pur di assistervi, e la scusa simbolo rappresentativo della rivalsa.
La vittoria e la festa finale fanno cadere gli ultimi timori e diventano a loro volta simboli di una rivoluzione che in realtà è ancora lontana dal compiersi.

 


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