Recensione
Oggetti usati da Peter McCook è l'insegna che campeggia sulla porta di un vecchio magazzino e, come il suo proprietario, ha un'età indefinita - potrebbe sembrare appena fatta come avere decine di anni sulle spalle. Il rigattiere si è stabilito a Siena da un giorno all'altro e così apre anche il suo negozio, senza pubblicità né rumore. La voce narrante, un adolescente Giulio alle soglie degli esami di maturità, si accorge per caso di questa novità, passandoci davanti con gli amici e restando catturato dalla musica proveniente da un vecchio giradischi. Qui comincia la sua avventura, fatta di cose vecchie e delle loro storie. Peter, infatti, riesce a percepire il passato degli oggetti che vende e ama raccontarne le storie, a volte tristi, a volte avventurose.
Questo romanzo mi ha ricordato molto una lettura della mia adolescenza, Un mucchio di bugie di Geraldine McCaughrean, ambientato anch'esso in un negozio di robivecchi e il cui protagonista ama raccontare le storie degli oggetti che gli capitano in mano - chissà se ha svolto un ruolo nell'ideazione della storia, o se è solo una coincidenza dovuta all'innegabile fascino degli oggetti di altre epoche giunti fino a noi.
Il Giulio-narratore è quello del giorno d'oggi, trentacinquenne "sposato e tutto il resto", ma il suo parlare è rimasto quello di un giovane, pieno di sogni e di speranze, che preferisce trascorrere del tempo con il "vecchio" Peter piuttosto che con i suoi amici e che da lui si fa prendere così tanto da non prestare troppa attenzione nemmeno al Palio. Manca di una figura paterna e forse è anche per questo che frequenta così assiduamente la sua bottega. Peter ha un passato misterioso, sembra vantare una capacità quasi magica di ascoltare le storie degli oggetti che tocca e accoglie con bonarietà l'intrusione di un adolescente nella sua vita. Sembra non avere soldi, dorme infatti nel magazzino, eppure è circondato da oggetti di pregio, se non di valore, di cui ignoriamo la provenienza e che spesso nemmeno vende. È infatti sua abitudine valutare i clienti per verificare se siano o meno all'altezza degli oggetti che scelgono.
Durante il racconto intervengono altri personaggi, come ad esempio la mamma di Giulio o l'amico di Peter, ma vengono più tratteggiati che ben definiti.
La trama non presenta sorprese, quegli spunti che potrebbero portare a delle svolte non preludono a nulla e la conclusione avviene nello stesso modo in cui il romanzo prende il via: gli autori raccontano semplicemente una storia, con dentro tante storie - e la cosa può piacere come no. Io avrei preferito qualcosa di più, evidentemente condizionata dal romanzo per ragazzi già citato, che mi ha tenuta col batticuore fino all'ultima pagina.
Nel complesso ben scritto e sicuramente piacevole: peccato per quelli che a mio parere sono due difetti. Uno, la voce di Giulio, troppo ingenua anche per un diciottenne e decisamente incongrua anche per un adulto. L'altro, l'aver affidato alla voce di Peter, come in un discorso indiretto, la narrazione delle storie degli oggetti: una scelta che tiene il lettore a distanza, mancando di coinvolgerlo in momenti anche toccanti. A questo aggiungo anche una tendenza eccessiva al "racconto", che fa perdere di freschezza e immediatezza. Per questo la valutazione è penalizzata, con dispiacere visto che gli spunti interessanti non mancano e che la scrittura mostra di essere, in alcuni momenti, vivace e piacevole.
Giudizio:
+2stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Oggetti Usati da Peter McCook
- Autore: Guglielmo Lorenzo e Tonino Abate
- Editore: Servizi per il Cinema
- Data di Pubblicazione: 2013
- ISBN-13: 9788890935008
- Pagine: 74
- Formato - Prezzo: Brossura - 7,00 Euro